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Salute

Riforma dei consultori, il percorso di partecipazione della Regione oggi al San Donato

Potenziare i consultori, valorizzarne il ruolo per la salute delle donne, dei bambini e delle famiglie, incidere sulla loro organizzazione, farli operare sempre più in rete ed aggiornarne le attività. Questi gli obiettivi oggetto di confronto

Continua il percorso di partecipazione promosso dalla Regione Toscana sulla riorganizzazione dei servizi dei consultori. Questa mattina l’incontro tra amministratori ed addetti ai lavori si è tenuto presso l’auditorium Pieraccini dell’ospedale San Donato di Arezzo ed è stato aperto dal saluto dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini e dal direttore generale della Asl Tse Antonio D’Urso. Molti, oltre all’Istituto Superiore di Sanità, i relatori provenienti da diverse realtà  che si sono alternati durante la giornata per dare vita ad un programma che ha ripercorso le tappe dell’evoluzione del servizio dalla sua istituzione fino ad oggi con, dati alla mano, punti di forza e criticità. Presente al completo la direzione dell'Asl Tse. 152 al momento sono i consultori in Toscana

“L’obiettivo della Regione- ha commentato l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini- è  quello di  dare ulteriore impulso ed efficacia a queste attività, che ben si inseriscono nell’architettura di una nuova sanità pubblica, quale quella disegnata dal Dm77 e che sarà nei prossimi anni, con servizi diffusi sul territorio, sempre più vicina al cittadino: potenziare dunque i consultori, valorizzarne il ruolo per la salute delle donne, dei bambini e delle famiglie, incidere sulla loro organizzazione, farli ancor meglio operare in rete ed aggiornarne le attività. Vogliamo andare avanti, aggiornare il modello, investire importanti risorse sui consultori e rispondere così ai bisogni  di una cittadinanza variegata: donne, giovani, ma anche di famiglie che provengono da Paesi con forte pressione migratoria. La  riorganizzazione – continua Bezzini - integrerà i consultori con la rete dei servizi ospedalieri e si impegnerà a garantire la presenza di personale non obiettore riguardo le interruzioni di gravidanza volontarie, offrire mediazione culturale e dunque accesso alle informazioni per i migranti, potenziare telemedicina e teleconsulti. Un altro obiettivo è  rivolgerci ai giovani con una specifica attività di prevenzione, inoltre vogliamo  sensibilizzare tutti gli utenti a non sottovalutare l’ importantissima attività di screening, essenziale nell’ottica della prevenzione e della cura”.

“Da anni la Asl Tse ha cercato di avviare un percorso di riorganizzazione  cercando di rispondere ai nuovi bisogni sociali emergenti e favorendo la prossimità della risposta incarnando perfettamente quello che è il modello di Toscana diffusa - ha commentato il direttore generale della Asl Tse Antonio D'Urso - Siamo quindi soddisfatti che la Regione Toscana abbia deciso di intraprendere questo percorso di  rinnovamento di questo importante servizio al quale siamo particolarmente affezionati data la complessità, la delicatezza e la strategicità dei servizi che offre ad un target fragile dellq popolazione. Oggi sono 15 persone ogni 100 abitanti che si rivolgono in media ai consultori Toscani. Incanalare queste attività di prevenzione ed educazione in un percorso omogeneo e definito rafforzerà ancora di più quanto già è in atto contanto sull’entusiamo che mostrano tutti I nostri professionisti.”

Soddisfazione emersa anche dalle parole di saluto che ha portato il direttore Sanitario della Asl Tse Simona Dei che ha sottolineato come un rinnovamento organizzativo in linea con il Dm77 permetta alla persona una presa in carico unica e a 360 gradi nell’integrazione tra territorio ed ospedale ponendo particolare attenzione alla componente psicologica degli assistiti che si rivolgono ai servizi.

Nella riorganizzazione dei servizi  una particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, facendo di alcuni consultori luoghi per I ragazzi, con programmi di informazione, prevenzione e promozione della salute a partire dalla sfera sessuale e riproduttiva o riguardo i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Negli indirizzi c’è anche il miglioramento dei percorsi di accesso all’interruzione di gravidanza volontaria – chirurgica e farmacologica (quest’ultima attiva in Toscana dal 2020) -,  l’accesso gratuito alla contraccezione già confermato da una delibera dello scorso gennaio che ha stanziato 350 mila euro l’anno, la promozione di una sessualità consapevole e di una procreazione responsabile e pacchetti salute con un insieme di prestazioni gratuite e organizzate per essere fruite insieme, in modo da prevenire specifiche patologie e più in generale promuovere corretti stili di vita.

I numeri dei consultori in Toscana

Quando i consultori sono nati, più di quaranta anni fa, la popolazione target già era costituita da donne, bambini, ragazzi, coppie e famiglie. I consultori sono così diventati un punto di riferimento del servizio sanitario, in particolare delle fasce cosiddette vulnerabili della popolazione: soprattutto per i percorsi nascita, la gestione della gravidanza, i programmi di screening, la contraccezione gratuita in Toscana dal 2018. 

In Italia si conta un consultorio ogni 32 mila abitanti. In Toscana ce n’è uno ogni 24 mila. Dei 152 che sono complessivamente, 42 sono definiti “principali” (vi operano cioè all’interno tutte e quattro le figure professionali di base: ostetrica, ginecologo, psicologo ed assistente sociale), 73 sono “secondari” (contano cioè solo il ginecologo o l’ostetrica e un’altra figura professionale) e 37 sono “proiezioni”, ovvero sedi distaccate dove opera solo una figura professionale. 
L’ostetrica è la figura più diffusa, seguita dal ginecologo. Oltre a psicologi ed assistenti sociali lavorano nei consultori toscani anche mediatori culturali, pediatri, infermieri professionali, urologi, dietisti e, in alcuni casi, neuropsichiatri infantili, educatori professionali e consulenti legali. 
Nel 2021 i consultori toscani hanno erogato quasi 53 mila prestazioni: 14,4 ogni cento abitanti, grossomodo il valore medio nazionale, in ripresa verso i valori pre-Covid.  Il 98 per cento di queste prestazioni si è rivolta alla popolazione femminile, in particolare per il percorso nascita. Sono cresciuti però anche i giovani tra 14 e 19 anni che si sono avvicinati ai consultori: più di uno su dieci vi fa ricorso. Complessivamente il 47,1 per cento delle prestazioni riguarda l’area maternità, il 25,5 per cento la prevenzione oncologica, il 9,5 per cento la contraccezione e l’8,1 per cento la ginecologia, il 4,4 per cento le problematiche psico-relazionali e del disagio.

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