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Salute

New Delhi, nessun nuovo caso nell'Aretino. Cinque pazienti portatori sani, ma zero contagi

Sono la lunga degenza tra la rianimazione e la riabilitazione, con massiccio uso di antibiotici, le condizioni che hanno finora creato la maggior possibilità di sviluppare il batterio nel proprio intestino, come portatore sano

Sono circa 2150 i pazienti rientrati nel monitoraggio per l'infezione da New Delhi nella Asl Toscana Sud Est scattata a metà settembre, quando i casi verificatisi nella Asl Nord Ovest hanno cominciato a destare segni di allarme.

Negli ospedali dell'Aretino sono quindi scattate alcune procedure di prevenzione e di controllo specifiche volte a individuare possibili presenze di degenti portatori sani del batterio della Klebsiella, il ceppo al quale appartiene appunto la variante New Delhi e che si  può rintracciare nell'intestino senza comunque avere particolari sintomi. Mentre invece la malattia insorge nel momento in cui il batterio passa nel sangue e si manifesta con sintomi ben precisi.

I dati del monitoraggio

Tra il 16 e il 22 settembre dai laboratori di Arezzo e Grosseto sono stati effettuati 941 tamponi dei quali soltanto due sono risultati positivi. Cioè due degenti avevano nel loro intestito il batterio, ma non erano ammalati. Si tratta di due persone che non sono state ricoverate in provincia di Arezzo e che provenivano dalla zona Nord Ovest della Toscana. Il controllo è proseguito nella settimana successiva, dal 23 al 29 settembre, quando la Asl, su indicazione della Regione, ha controllato con il tampone 1171 degenti, tra quelli in ingresso e quelli ricoverati negli ospedali per più di 7 giorni. In questo caso ci sono stati 6 positivi, portatori sani, ma non malati. Di cui nel territorio aretino, 1 anziano con altre gravi patologie a Bibbiena e 2 provenienti dal Centro di Riabilitazione di Terranuova.

I percorsi più a rischio

Questi controlli sono stati effettuati e stanno continuando su pazienti ricoverati in medicina, rianimazione e riabilitazione. Sono stati considerati questi infatti quelli più sensibili. L'uso importante degli antibiotici è il primo motivo per cui un portatore sano poi si ammala di New Delhi e questo si verifica soprattutto nelle lunghe degenze tra la rianimazione e la riabilitazione. E in questo contesto non va dimenticato il sovraccarico di antibiotici che arriva alle persone anche dall'alimentazione, dal cibarsi di animali allevati anche con l'uso di antibiotici.

Nessun contagio nell'Aretino

La mission primaria per la direzione generale è stata quella di evitare la trasmissione, un obiettivo finora raggiunto visto che il monitoraggio conferma che non c'è stato nessun tipo di contagio da parte dei portatori sani nell'Aretino.  Per loro la prescrizione più importante, come in tutti i casi di rischio di infezioni ospedaliere, è quello di lavarsi bene e spesso le mani. L'unico che si era ammalato, sempre degente del Crt, è poi guarito.

La Asl Toscana Sud Est nello stesso periodo ha fatto scattare una serie di procedure previste in casi come questi, usando molti più ausili monouso, come i guanti, le mascherine, è stato aumentato il personale con 29 tra oss e infermieri attingendo dagli inerinali, questo per garantire l'isolamento funzionale, cioè la messa in atto di tutte quelle misure per evitare il contagio da contatto. Anche i tecnici per i laboratori sono stati implementati, con 2 unità ad Arezzo.

Il modello di riferimento è quello di Israele dove alcuni anni fa ci fu un'esplosione di casi di Klebsiella che fu fermata con un'applicazione ferrea delle regole del lavaggio delle mani e degli stumenti monouso per evitare la trasmissione soprattutto attraverso gli operatori sanitari.

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