Si riaccende il confronto per l'Hospice. Maurizi: "Tutti se ne stanno dimenticando". D'Urso: "Individuati due siti possibili al Pionta"
L'ex responsabile delle cure palliative mette in evidenza il costo attuale e la mancanza di certezze sulla partenza dei lavori per la nuova struttura al Pionta
E' un nuovo duro attacco quello che sferra Pierdomenico Maurizi ex direttore dell'Hospice di Arezzo: "Qui in realtà nessuno si sta occupando del problema" scrive in un aggiornamento della raccolta fondi perla riapertura del centro delle cure palliative che negli anni pre-pandemia aveva trovato degna collocazione nalla ex palazzina del Calcit di fronte al copro centrale dell'ospedale San Donato. Covid e mancanza di strutture lo hanno poi visto smantellare, spostare, migrare ospitato da altre realtà socio sanitarie fino alla destinazione attuale, sempre temponarea ma che ha permesso di recuperare gran parte della sua funzionalità, presso l'istituto di Agazzi. Ma la città è in attesa della soluzione definitiva, per adesso l'Asl ha detto che sarà allestito nell'area del parco del Pionta.
Maurizi fa il punto della situazione di tutti questi passaggi:
"L' Hospice è stato trasferito presso l'Istituto di Agazzi. Struttura più che dignitosa, ma con poche delle caratteristiche tecniche-strutturali che sono normate per gli Hospice. Inoltre, la Asl (cioè noi cittadini) paga ad Agazzi un "modesto" affitto di circa 600.000 euro/anno. Eppure, se il trend della pandemia si mantiene, tra non molto sarebbe possibile tornare a costo zero (o quasi) alla situazione iniziale, cioè con l'Oncologia di ritorno al IV piano dell'ospedale e l'Hospice nella "sua" palazzina. Per entrambi ricordo che abbiamo già speso circa 2.000.000 di euro."
Maurizi punta il dito sull'Asl ma anche sui politici:
"Il 10 maggio, in consiglio comunale, la Asl si impegnò a presentare al successivo consiglio del 24 giugno un progetto e un cronoprogramma per il futuro Hospice. L'unica cosa che la Asl comunicò il 24 giugno fu che per avere un nuovo Hospice sarebbero occorsi almeno 32 mesi, senza però dire quando l'iter dei 32 mesi sarebbe iniziato. Ad oggi non si ha notizia su dove verrà costruito il nuovo Hospice (siamo ancora all'indecoroso generico "area Pionta") e sul quando (da lì, gli aretini potranno iniziare a contare i famosi 32 mesi). Intanto riguardo al degrado dell'area Pionta (dove insistono strutture fatiscenti, pericolanti e pericolose di proprietà della Asl) tutto tace. E' evidente che l'Asl non ha intenzione di intervenire. Il Comune non è proprietario di tale area, ma mi chiedo se non abbia il diritto o perfino il dovere di intervenire, anche attraverso vile legali, nei confronti di una situazione che danneggia Arezzo sia come immagine che come pericolo per i cittadini. Sindaco e Arcivescovo - almeno pubblicamente - tacciono sia su Hospice che sul degrado del Pionta. Tutti gli altri politici (di tutti i livelli) tacciono - continua Maurizi - si sono già dimenticati dell'Hospice e del degrado di una parte bellissima della loro città e dei cittadini che li hanno pure votati."
La risposta del direttore generale Antonio D'Urso
Secondo obiettivo: un nuovo hospice.
Terzo obiettivo: la riqualificazione del Pionta.