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Salute

Nuova tecnologia per il 118: arrivano 45 caschi con telecamera per le emergenze (grazie al Calcit)

"Le telecamere sono collegate alla centrale del 118: chi arriva sulla scena di un grave incidente tende a focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti mentre chi è in centrale ha una maggiore consapevolezza della situazione", spiega Thomas Tori che ha seguito il progetto

Una nuova tecnologia per il 118 di Arezzo: una videocamera sul casco, un collegamento in diretta con la centrale dell'emergenza-urgenza, un maxischermo nella sala della stessa centrale. Per rendere più sicuri pazienti e operatori. Grazie alla donazione del Calcit il 118 dispone adesso di 45 caschi, distribuiti uno per associazione di volontariato nel capoluogo e nelle quattro vallate della provincia; 34 in totale, 5 per le automediche e 6 per le ambulanze infermierizzate.

"Queste telecamere – ha spiegato Thomas Tori, infermiere del 118 che ha seguito questo progetto - sono finalizzate alla sicurezza degli operatori e dei pazienti. Chi arriva, ad esempio, sulla scena di un grave incidente tende naturalmente a focalizzare la sua attenzione sui feriti. C'è il cosiddetto fattore umano che porta a concentrarsi, con una visione definita a tunnel solo sul paziente. Mentre chi è in Centrale ha una maggiore consapevolezza della situazione".

La nuova tecnologia del 118: caschi con telecamere

E' quella che gli esperti definiscono Situational Awareness. "Chi vede la scena dalla centrale ha una visione più generale e può non solo individuare situazioni ancora presenti di pericolo ma immediatamente rendersi conto della necessità di attivare ulteriori servizi, come ad esempio i vigili del fuoco o altri mezzi di soccorso. Inoltre, senza la telecamera, l'operatore sul posto è costretto a descrivere la scena e la situazione, sottraendo tempo alla sua attività principale che è quella di soccorrere i feriti".

Nella sala delle Centrale 118 c 'è uno schermo da 50 pollici che tra poco sarà anche multiscreeming consentendo così di seguire più eventi contemporanei.

"L'attività da centrale è solo quella di supporto e di aiuto a chi è sulla scena. Quindi un occhio della Centrale diretto sulla scena che permette di avere la visione complessiva e lasciare il soccorritore o i sanitari professionisti possano dedicarsi esclusivamente al paziente".

"Ancora una volta il 118 di Arezzo mi rende orgoglioso per la curiosità, la capacità di adattarsi e cambiare – ha commentato il direttore Massimo Mandò. - Qualità che sono proprie di tutto lo staff medico e infermieristico. Considero un privilegio lavorare con questi professionisti.  Un ringraziamento va anche alle associazioni di volontariato e, in particolare al Calcit, che anche questa volta, ha confermato la sua attenzione alla Asl Tse e al 118. Penso che non sia facile trovare una tale sintonia come quella che qui lega operatori sanitari e volontari".

E il presidente del Calcit, Giancarlo Sassoli, ha interpretato la generale disponibilità non solo del Comitato ma dell’intero sistema di volontariato che collabora con la Asl: “è una grande sinergia che aiuta la nostra sanità e quindi i nostri cittadini. Fondamentale, anche in questa occasione, la collaborazione di imprese che continuano a dimostrare una sensibilità straordinaria”.

"In primo luogo un ringraziamento al Calcit- ha commentato il direttore generale della Asl Toscana Sud Est, Antonio D'Urso. La qualità della sua azione è ormai nota a tutti. Vorrei solo ricordare la costanza della sua collaborazione con la nostra azienda e con i nostri professionisti. Quanto al 118 di Arezzo mi preme evidenziare non tanto la professionalità che non ha bisogno di commenti, quanto la passione e la curiosità con la quale lavorano tutti gli operatori, siano essi medici o infermieri. Un lavoro difficile come questo lo si può fare in molti modi. Il migliore è quello di unire la professionalità alla capacità di migliorarlo e di aggiornarlo costantemente. Mi limito a citare la possibilità di trasfusione in elicottero, il braccialetto per monitorare da casa i pazienti covid e adesso questa nuova iniziativa. Tutte con un denominatore comune: offrire il miglior servizio possibile ai nostri pazienti".

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