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Vittime del Salva-Banche: "Così diamo il benvenuto ad Ubi", sit in di protesta degli azzerati davanti alla ex Etruria

Due anni sono passati ma gli obbligazionisti delle quattro banche poste in risoluzione non si rassegnato. Nuovo sit in di protesta questa mattina davanti alla ex sede storica di Banca Etruria in Corso Italia ad Arezzo. La banca, dalla scorsa...

Due anni sono passati ma gli obbligazionisti delle quattro banche poste in risoluzione non si rassegnato.

Nuovo sit in di protesta questa mattina davanti alla ex sede storica di Banca Etruria in Corso Italia ad Arezzo.

La banca, dalla scorsa primavera, è stata acquista dal gruppo Ubi e recentemente l’insegna che capeggiava sulla facciata dello storico palazzo è stata smantellata. Un capitolo così, chiuso definitivamente.

Ma la questione resta invece completamente e totalmente aperta per tutti quei risparmiatori che il 22 novembre 2015 con l’applicazione del decreto salva-banche hanno visto andare in fumo i propri risparmi.

“Sono passati due anni dal decreto che con un colpo di penna ha azzerato soldi e futuro di 135mila risparmiatori, responsabili solo di essersi fidati della loro banca - fa sapere la presidente dell’associazione Vittime del Salva-Banche, Letizia Giorgianni - Da allora di 135mila persone sono state risarcite 10mila, altri attendono l'esito degli arbitrati ma la maggior parte, non ha ottenuto nessuna possibilità di risarcimento, come gli obbligazionisti del mercato secondario e gli azionisti. Durante la Commissione d'inchiesta Banca d'Italia e Consob sono più volte entrate in contraddizione tra di loro, mettendo in luce tutte le loro inadempienze, eppure nessuno ne ha dedotto le giuste riflessioni. Un intero sistema non ha funzionato, e a pagarne le conseguenze sono stati i cittadini. Ecco che allora non potevamo non dare il benvenuto ad Ubi. Per Arezzo significa dire addio a un pezzo fondamentale di storia economica e sociale. Oggi al posto di Banca Etruria, depredata senza pietà da faccendieri e manager, c'è una banca completamente avulsa dal territorio, e probabilmente insieme al marchio Banca Etruria tramonterà per sempre su Arezzo l’epoca dell’oro. Con un decreto si è impoverita un'intera comunità. Chissà se il colosso Ubi, che ha comprato con un euro una banca e un territorio, intenderà dimostrare una benché minima riconoscenza. Ne dubitiamo fortemente”.

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