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"Visto? Niente sesso in strada". Colori, folla e musica al Pride: tanta festa e poca provocazione

"Siamo almeno diecimila". E' quasi un urlo quello di Veronica Vasarri, portavoce del Toscana Pride. Sono le 18, il serpentone dei manifestanti entra in Sant'Agostino per la festa finale: sotto il palco si balla, dopo la sfilata per le vie del...

"Siamo almeno diecimila". E' quasi un urlo quello di Veronica Vasarri, portavoce del Toscana Pride. Sono le 18, il serpentone dei manifestanti entra in Sant'Agostino per la festa finale: sotto il palco si balla, dopo la sfilata per le vie del centro storico. Gioia incontenibile per gli organizzatori (parafrasando il titolo della giornata "Orgoglio incontenibile"), perché tutto è andato per il verso giusto e la partecipazione è andata ben oltre le aspettative.

Sotto il palco ci si abbraccia, scorre anche qualche lacrima: il sole ha baciato Arezzo incoraggiando l'affluenza e sin dalla mattina i timori di un flop sono evaporati col clima estivo. Ma un po' di agitazione tra chi aveva le briglie della carovana arcobaleno c'era: gestire un corteo con migliaia di persone non è impresa agevole. L'apprensione per gli aspetti legati alla sicurezza da un lato (agenti e carabinieri ad ogni angolo del percorso, tombini e cestini sigillati) e l'ansia di avere tutti gli occhi cittadini (ma non tutti benevoli) addosso.

“Avete visto? Alla fine non abbiamo fatto sesso in strada” è la stoccata con il sorriso che parte dal palco. Migliaia e migliaia di partecipanti da tutta la Toscana e pure qualcuno da fuori regione, 14 le associazioni Lgbtqi+ rappresentate e poi tanti aretini, attivisti e non, curiosi e divertiti. Chi si aspettava la giornata dei topless e perizoma è rimasto deluso, ci sono più lembi di pelle scoperta in qualsiasi quiz televisivo con soubrette (in fascia protetta).

La giornata è partita a mezzogiorno con l'incontro tra il sindaco Ghinelli e una rappresentanza delle famiglie arcobaleno in Comune, tra cui quella di Valentina Zoi, aretina di Ruscello, sua moglie Areta e il loro bambino. Poi alle 15 il concentramento al Prato e, poco dopo le 16 la partenza, con discesa dal Corso, l'approdo in Guido Monaco e alla stazione e, intorno alle 18 l'arrivo in Sant'Agostino: sul palco testimonianze di emarginazione e un pensiero agli omosessuali perseguitati in Cecenia. Poi, spazio alla musica. Una festa vera, affollatissima, colorata. Il massimo della trasgressione? Gli spruzzi con la pistola ad acqua da un balcone (in Corso Italia) e dal palco della piazza. Ma insomma, con 30° si possono tollerare.

@MattiaCialini

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