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Vigili del fuoco in protesta: "Vengano i politici a rischiare la vita al posto nostro"

"Non chiediamo un trattamento speciale ma equità". L'appello è quello dei vigili del fuoco di Arezzo che, come i colleghi di tutta la nazione, oggi scendono in piazza per chiedere maggiori diritti e tutele per la loro professionalità. Dalle 11...

"Non chiediamo un trattamento speciale ma equità".
L'appello è quello dei vigili del fuoco di Arezzo che, come i colleghi di tutta la nazione, oggi scendono in piazza per chiedere maggiori diritti e tutele per la loro professionalità.
Dalle 11 alle 12 i pompieri stazioneranno davanti al palazzo del governo in piazza Poggio del Sole dove, chiederanno un incontro al prefetto Alessandra Guidi.

“Rischiamo la vita come e più degli appartenenti agli altri corpi dello Stato e siamo impiegati nel pronto intervento operativo dal giorno dell’assunzione sino al giorno della pensione, un servizio usurante che non ha eguali nello Stato, eppure – spiega Fabio Cioni, segretario provinciale del Conapo – siamo il Corpo meno retribuito e non abbiamo le tutele previdenziali degli altri corpi, siamo veramente amareggiati dal disinteresse della politica. I vigili del fuoco aretini, come quelli di tutta Italia, sono stanchi di essere trattati dallo Stato come un corpo di serie B. Non chiediamo privilegi ma pari dignità lavorativa con gli altri corpi. Vengano i politici a rischiare la vita al posto nostro".

vigili_fuoco_protesta

L'iniziativa di questa mattina è stata organizzata dal Conapo e ha lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica alle problematiche riguardanti l'intero Corpo. Lo slogan della giornata è poi un chiaro messaggio al premier Matteo Renzi e al governo stesso: "Non siamo un Corpo di serie B".
Un elemento in più per sottolineare la necessità di un trattamento economico e condizioni di lavoro più idonee all'attività svolta quotidianamente da tutti i vigili del fuoco.

Secondo quanto reso noto dal sindacato, uno dei grandi temi lamentati dai vigili del fuoco è la grave carenza di personale. Infatti, in Italia mancano circa 3000 uomini su un organico di 30mila.

"Siamo fermamente convinti che oggi le risorse finanziarie occorrenti si possono trovare senza “mettere le mani in tasca agli Italiani” mediante riforme che tagliano i veri sprechi della cosa pubblica e non gli apparati della sicurezza - fanno sapere dal Conapo - chiediamo di essere ascoltati dal Governo e che si apra un tavolo per questo.
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