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Valdarno, al bagno con l'autorizzazione, operai perdono ogni volta 20 minuti dallo stipendio

Quella che veniva e viene ancora oggi considerata un'isola felice nel panorama produttivo aretino, il Valdarno, comincia a battere in testa? 50 licenziamenti in meno di 3 settimane solo nel settore della moda. Prima un'azienda di abbigliamento con...

Quella che veniva e viene ancora oggi considerata un'isola felice nel panorama produttivo aretino, il Valdarno, comincia a battere in testa? 50 licenziamenti in meno di 3 settimane solo nel settore della moda. Prima un'azienda di abbigliamento con 30 dipendenti, poi un tomaificio con 14 che cessa nel giro di 24 ore, un calzaturificio che riduce di 9, un altro che minaccia una forte riduzione se non l'intera chiusura.

“Nel Valdarno la crisi non allenta assolutamente la morsa – commenta Gabriele Innocenti, responsabile Filctem Cgil di zona. Continuiamo a registrare chiusure di piccole imprese e licenziamenti individuali. Fino a oggi il settore è stato in grado di riassorbire molte delle uscite ma non essendoci crescita questo non può alla lunga che fermarsi. E diventano sempre più frequenti gli episodi che rendono chiaro come stia cambiando, e in peggio, il clima interno nelle imprese che continuano a lavorare”.

Piccoli episodi che vengono visti come ben poco rispetto a quelli connessi alle cessazioni di attività ma che danno l’idea di come una certa parte dell’imprenditoria locale ragioni e si comporti in materia di strategia di sviluppo.

“Gli operai devono chiedere non solo l’autorizzazione ad andare al bagno ma anche la chiave, visto che lo tengono chiuso. E una volta ottenuta si vedono scalare 20 minuti dalla giornata lavorativa. Questo è un viaggio indietro nella storia dell’industria italiana che si sta compiendo in più di un’azienda della zona. Ricorda la lampadina rossa che si accendeva quando l’operaia lasciava il suo posto in catena per andare al bagno che spesso era collocato al centro dello stabilimento proprio per rendere evidente a tutti il “lusso” che l’operaia si prendeva. Non possiamo permettere di rimettere indietro le lancette della storia – conclude Innocenti. Siamo consapevoli che molti imprenditori stanno facendo il massimo per andare avanti e che cercano di salvaguardare l’occupazione perché le professionalità che hanno in fabbrica rappresentano il vero capitale aziendale. Ma le azioni di altri finiscono per appannare l’immagine di tutti. La Cgil non assisterà passivamente e invita le associazioni imprenditoriali a mettere in atto azioni di sensibilizzazione sul ruolo di una moderna imprenditoria. La stagione dei padroni del vapore la consideravamo chiusa. Tutto ci dice che probabilmente ci sbagliavamo”.

Ufficio Stampa Cgil Arezzo

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