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Arrivano dall'Umbria per vaccinarsi in provincia di Arezzo: è polemica. Ceccarelli: "Si rispettino le regole"

Il sindaco di Città di Castello rivela: "Alcuni concittadini si sono vaccinati a Sansepolcro, pare ci siano dosi in quantità superiore al fabbisogno dei residenti in quei territori". Il capogruppo del Pd in Regione Toscana: "La Asl faccia chiarezza"

In trasferta dall'Umbria per fare il vaccino anti Covid in Toscana, in provincia di Arezzo. E' il sindaco della vicina Città di Castello, nonché presidente della Provicnia di Perugia, Luciano Bacchetta, a rivelare quel che sta accadendo al confine, chiedendo all'amministrazione regionale umbra di accelerare sul fronte della vaccinazioni. Ma si pone anche un tema di opportunità (e di legalità) rispetto alle somministrazioni extra regione. E lo sottolinea il consigliere regionale toscano Vincenzo Ceccarelli, che chiede lumi sul tema alla Asl Toscana Sud Est.

"Dosi in più date agli umbri"

"Mentre in Italia si parla di iniziare a coinvolgere i 40enni, in Umbria non risulta essere neanche partita la somministrazione dei sieri anti Covid alla fascia di età 60-69 anni, che attualmente nemmeno si possono prenotare - dice Bacchetta, prendendosela con la Regione Umbria e rivelando -, desta per questo sconcerto e sa di beffa il fatto che alcune persone di Città di Castello mi abbiano segnalato di aver effettuato il vaccino in terra toscana, nella vicina Sansepolcro e in altre città limitrofe al confine con l’Umbria, perché sembra che vi siano dosi in quantità superiore al fabbisogno attuale dei residenti in quei territori".

L'intervento di Ceccarelli

Il fatto è sorprendente e non lascia indifferenti al di qua del confine toscano. Anche perché ci sono precise regole per potersi vaccinare fuori regione. A stretto giro di posta, arriva il commento del capogruppo in Regione Toscana del Pd, Vincenzo Ceccarelli. “Sorprende sapere dal sindaco di Città di Castello, che i cittadini umbri vengono in Toscana a vaccinarsi a causa delle carenze nell’organizzazione della sanità umbra, ma credo che il bene primario che dobbiamo tutelare a livello nazionale sia il raggiungimento degli obiettivi individuati dal Governo per giungere al più presto alla cosiddetta immunità di gregge”.

Il richiamo alla legalità

Ceccarelli poi precisa: “Da un lato mi preme esprimere la soddisfazione per la risposta che il nostro sistema sanitario sta dando ai toscani e non; dall’altro, però, mi sembra giusto sottolineare che ai cittadini umbri chiediamo il pieno rispetto delle regole fissate dall’ordinanza del generale Figliuolo, nella quale si dispone che i cittadini di una regione possono essere vaccinati anche in altri territori regionali, ma solo nel caso in cui abbiamo un lavoro continuativo o il loro domicilio nella regione in cui fanno il vaccino. In questo senso – conclude Ceccarelli - chiederei alla Asl competente di fare i necessari controlli e allo stesso tempo ci aspettiamo che la regione Umbria si allinei alla Toscana, al fine di consentire ai propri cittadini di non doversi spostare in Toscana".

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