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"Tunnel sotto al paese? No, grazie". A Quarata residenti in rivolta contro la variante al Piano strutturale

"Pesanti ripercussioni ambientali e paese diviso", scatta la petizione per dire no alla galleria. Già nel 2002 i quaratini si ribellarono alla variante. Le due ipotesi alternative

Una galleria sotto al paese: 300 metri di tunnel che ai residenti di Quarata non vanno giù. E così è partita una petizione per dire no a quanto previsto dalla variante generale al Piano Strutturale e dal nuovo Piano Operativo adottati dal Comune di Arezzo. Ovvero a quel tratto della variante esterna ad Arezzo della Sr 71 che collega Ponte alla Chiassa fino al confine con il Comune di Castiglion Fiorentino.

Il tratto della discordia sarebbe quello che nei pressi di Indicatore dovrebbe procedere, tramite un nuovo ponte sul Canale Maestro della Chiana, fino a Quarata dove dovrebbe essere realizzato il tunnel. Un percorso che, si legge nella petizione, "non è aderente alla scelta fatta fatto a suo tempo dalla Provincia di Arezzo, in collaborazione con la Regione Toscana, e proposta al Comune di Arezzo in più occasioni a partire dall'anno 2004 come risulta da verbali di conferenze di servizio in atti presso i due enti".

Il tunnel sotto alle abitazioni

La popolosa frazione di Quarata dunque dovrebbe essere attraversata da una galleria che passerebbe proprio sotto l'abitato. Un tunnel di alcune centinaia di metri  già previsto, spiegano i residenti, nella "prima ipotesi progettuale assunta da Provincia e Comune di Arezzo nell'anno 2002. Tale ipotesi fu poi cancellata per la forte opposizione degli abitanti della popolosa frazione e dette luogo a una serie di numerosi sopralluoghi tecnici e varie elaborazioni progettuali fino alla scelta della soluzione esterna al centro abitato e integrata con opere idrauliche".

Le possibili alternative al tracciato

All'epoca la mozione di iniziativa popolare fu accolta dal Consiglio Comunale. L'assemblea indicò anche due possibili alternative al tracciato: una era quella di un passaggio nella zona del Ponte di Bido, all'interno dell'area delle cave; la seconda era la piana dell'Arno, con il ricorso a opere integrate stradali e idrauliche, quali cassa di espansione e due ponti (un di attraversamento del Canale della Chiana e un nuovo ponte a nord dell'attuale Ponte Burlano).

Il no dei residenti e la petizione

Come accadde anni fa, anche oggi i residenti si dicono contrari alla galleria. I motivi sono sintetizzati in calce alla petizione. Innanzitutto preoccupano le pesanti ripercussioni ambientali che ne potrebbero derivare. In particolare l'inquinamento dell'aria e acustico, quello dei terreni e delle falde per una popolazione già sottoposta per decenni ai disagi derivanti dalle escavazioni risultano un prezzo troppo alto da pagare. Poi l'"ulteriore ed inutile consumo di suolo in una zona già pesantemente devastata dalle estrazioni di inerti" e infine la divisione tra il centro storico (Quarata bassa) e la parte commerciale del paese.

Il dibattito politico

L'argomento infiamma anche la campagna elettorale. Sulla vicenda ieri è intervenuto Francesco Romizi di Arezzo 2020:

Questa scelta non è aderente alla previsione fatta propria dalla Provincia di Arezzo in collaborazione con la Regione Toscana e proposta al Comune di Arezzo in più occasioni a partire dall’anno 2004, come risulta da verbali di conferenze di servizio e da atti presso i due enti. Tale previsione indica un tracciato alternativo in corrispondenza delle opere idrauliche, da realizzare, delle casse di espansione dell’Arno.

Cittadini, associazioni ambientaliste, tutti gli ordini professionali hanno avanzato specifiche osservazioni chiedendo di rivedere la previsione del Piano strutturale e di tener conto delle elaborazioni sviluppate. Tutte respinte. La Giunta Ghinelli ha in testa uno sviluppo obsoleto e dannoso per l’ambiente e la qualità della vita, per questo va modificata l’impostazione progettuale del Piano Strutturale, ad iniziare dal tracciato con galleria della variante alla Sr71.

Negli scorsi giorni “Arezzo 2020 per cambiare a sinistra” ha ritenuto importante realizzare un incontro informativo a Quarata. Adesso è in corso una autonoma petizione popolare portata avanti da vari cittadini della frazione i quali chiedono al Comune di rivedere le previsioni e alla Giunta di aggiornare i propri orologi che sono rimasti fermi a 20 anni fa. Arezzo 2020 la sostiene convintamente.

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