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Tumore e frattura: l'equipe del San Donato salva la milza a due pazienti. Intervento tra i primi 100 al mondo

Il primo caso risolto al San Donato è stato quello di un ragazzo di 15 anni al quale era capitato un incidente in motorino e conseguente frattura della milza

È stato Marco De Prizio, insieme alla propria equipe chirurgica dell'ospedale San Donato di Arezzo, ad eseguire un delicato intervento - tra i primi 100 al mondo - che ha consentito di salvare la milza con tumore benigno a un giovane ed evitare l'asportazione dell'organo su un ragazzo di 15 anni.

Nello specifico, come resono noto dalla Asl Toscana sud est, il professionista aretino ha salvato la milza di un ragazzo e di un giovane adulto. “La milza – spiega De Prizio, direttore della chirurgia dell’ospedale aretino - è un organo che svolge la sua funzione immunitaria soprattutto nell’età infantile e perde progressivamente d'importanza nell’adulto. Per questo motivo le lesioni traumatiche e i tumori che interessano questo organo vengono trattati con l’asportazione in toto della milza. Inoltre ha una struttura molto delicata che rende particolarmente difficile una sua asportazione parziale, cosa diffusa per altri organi come il fegato, rene, pancreas, stomaco e intestino”.

Il primo caso risolto al San Donato è stato quello di un ragazzo di 15 anni al quale era capitato un incidente in motorino e conseguente frattura della milza. “Abbiamo deciso di tentare una conservazione dell’organo che è stato riparato in laparoscopia, 4 piccoli fori di 5 millimetri – racconta De Prizio. L’intervento è durato 2 ore e il giovane è stato dimesso dopo 4 giorni senza aver subito l’asportazione della milza”. Il secondo caso si riferisce ad un giovane con un tumore benigno della milza delle dimensioni di 18 centimetri. “L’intervento è stato accuratamente pianificato ed è stato eseguito con il robot “da Vinci”, dopo aver isolato le vene e le arterie della milza, sono stati sezionati solo quelli di pertinenza del tumore, ciò ha permesso di dividere la milza in due, separando la parte sana da quella malata. Anche in questo caso il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni”.

Il tipo di intervento fatto sul quindicenne, viene effettuato in tutti i centri dotati di buona esperienza di chirurgia mini invasiva. “L’altro – conclude De Prizio – è invece un intervento ad alta complessità tecnica, tanto che nella letteratura internazionale si contano poco più di cento casi eseguiti fino ad ora. La riuscita di tali procedure è possibile solo grazie ad un livello di affiatamento e competenza trasversale, comprendente chirurghi, anestesisti e infermieri di sala”.

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