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I dottori clown diventano maggiorenni: 18 anni della Tribù dei Nasi Rossi. Dalla pediatria all'oncologia, così regalano il sorriso

Sorprendono e strappano sorrisi entrando con le punte dei loro piedoni nelle corsie dell'ospedale San Donato. Regalano momenti di sollievo e riescono ad alleggerire le paure e le tensioni dei degenti. Supportano medici e  infermieri, e diventano...

Sorprendono e strappano sorrisi entrando con le punte dei loro piedoni nelle corsie dell'ospedale San Donato. Regalano momenti di sollievo e riescono ad alleggerire le paure e le tensioni dei degenti. Supportano medici e infermieri, e diventano un sostegno anche per i familiari. Lo fanno con slancio e con grande entusiasmo da 18 anni. Sono diventati "maggiorenni" i clown dottori della Tribù dei Nasi Rossi. La loro storia ha preso il via nel 2000 e di progetto in progetto è diventata una grande storia.

Basta un naso rosso, un camice da medico rallegrato da tanti colori e la voglia di imparare e dedicarsi agli altri per imparare (il prossimo corso inizierà proprio a gennaio).

"Quando l'associazione è nata - racconta Erica Cardeti, la fondatrice - non avrei mai pensato che saremo arrivati così lontano. Ad Arezzo eravamo pionieri e anche nel resto d'Italia le prime esperienze sono partite proprio negli stessi anni. Siamo stati capiti, siamo stati accolti da medici e infermieri che con lungimiranza hanno capito il messaggio che saremo riusciti a portare. Un'ottima accoglienza che ha gettato le basi di questa lunga storia".

All'inizio i clown dottori, che oggi sono 35, si potevano incontrare solo in Pediatria. Oggi invece li si trovano al pronto soccorso e nella chirurgia pediatrici. Ma anche nel reparto di oncologia: contattati dagli stessi medici otto anni fa hanno dato il via a incursioni nella radioterapia. E la loro allegria diventa contagiosa.

"E poi ci sono le attività fuori dal San Donato - spiega Cardeti - come quelle di prevenzione che si fanno nelle scuole". Dove i clown dottori, con le loro bizzarrie, curano progetti di prevenzione e progetti contro il bullismo.

Ma come si diventa clown dottore? "Nel mio caso - racconta Fabrizio Cuccoli, che una volta indossato il camice si chiama Dottor Ino ed è specializzato in magie che non riescono mai - ho scoperto che si tratta di una esperienza che mi completa, mi fa stare bene e mi fa stare meglio con gli altri. Ma ognuno ha la sua motivazione. Certo veder ridere un bambino o strappare un sorriso a due genitori preoccupati e impauriti è una cosa bellissima".

Prima di indossare il camice però è necessario seguire un corso - gratuito - della durata di 100 ore. "Durante il corso si lavora sul comportamento da tenere in ospedale, si imparano giochi e clownerie e seguiamo lezioni di improvvisazione teatrale. Mettere il naso rosso è figo, ma poi non è una passeggiata".

Dottor Ino si destreggia tra improbabili magie e gag con un altro clown (i dottori del sorriso vanno sempre in coppia). "E se a volte, per puro caso le mie magie riescono, resto sorpreso anch'io", confessa sorridendo.

Certo ci sono momenti più difficili: "Ad esempio ero scettico - dice Cuccoli - su quello che saremmo riusciti a fare per i pazienti di oncologia. La prima volta che entrammo in radioterapia trovammo una stanza con una televisione accesa e i degenti seduti, che attendevano la conclusione della terapia. In silenzio. Io e il dottore clown che era con me ci eravamo preparati: iniziammo a interagire tra solo tra noi. Poi piano piano che aveva voglia di uscire dal suo guscio iniziò a rivolgerci la parola. Alla fine della nostra "incursione", tutte quelle persone parlavano tra loro. Ed è stata una gioia per noi: per qualche minuto eravamo riusciti a far staccare loro la spina dalle loro paure". Il prossimo corso per diventare clown dottore prenderà il via a gennaio. Chi è interessato può consultare il sito dell'associazione.

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