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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Trasporto pubblico aree deboli. Sindacati in allarme: "A rischio servizi e occupazione"

Nota unitaria dei sindacati dei trasporti Cgil, Cisl, Uil,  Faisa e Ugl

Quale futuro per il trasporto pubblico nelle "aree deboli"? Quali e quante saranno le corse che serviranno le frazioni più remote del Casentino, della Valtiberina, della Valdichiana e del Valdarno? A porsi tali questioni sono i rappresentanti sindacali degli impiegati nelle aziende di trasporto che, in previsione dell'avvio della fase di affidamento dei “Servizi Rete Debole” su base provinciale, si interrogano sulle intenzioni della Regione Toscana. "Le aree potranno anche essere deboli - specificano in una nota Cgil, Cisl, Uil, Fiasa e Ugl - Ma il servizio di trasporto non lo dovrà essere. Siamo preoccupati per la qualità e la quantità del servizio che avranno i cittadini e per l’occupazione".

“Il rischio concreto – afferma Luigi Mori, segretario Filt Cgil Arezzo – è quello di isolare completamente zone già penalizzate. Quello della provincia di Arezzo è un territorio morfologicamente articolato e quindi sono diversificate sia la domanda che le esigenza di mobilità sostenibile. La Regione deve definire i progetti con i Comuni e la Provincia per evitare  tagli e ristrutturazioni destinati a ridurre considerevolmente i chilometri di servizi attualmente erogati in aree quali  Casentino, Valtiberina, Valdichiana Aretina e Valdarno”.

"Si parla di aree deboli ma – come ricorda Luca Attoniti, responsabile Fit Cisl - si tratta di circa 1.535.000 chilometri, attualmente gestiti da Autolinee Toscane, aggiudicataria del bando unico regionale. In futuro, come previsto da delibere sia della Giunta regionale che di quella provinciale, i progetti di “Servizi Rete Debole” saranno direttamente gestiti dai 33 Comuni della provincia di Arezzo”. 

"Confermiamo quanto diciamo da tempo in ogni sede, sia negli incontri istituzionali che ai tavoli tecnici – sottolinea Alfonso Marzi, responsabile Uil trasporti. Siamo preoccupati delle eventuali ricadute occupazionali in un settore già profondamente segnato da continui tagli e da una mancanza di prospettiva di consolidamento e di sviluppo”.

"Un forte elemento di criticità riguarda l’organizzazione dei servizi a terra: “siamo consapevoli – afferma Fabrizio Bertocci, segretario della Faisa - che i lotti territoriali dovranno prevedere  la delicata gestione degli aspetti commerciali. Quindi bigliettazione, orari, fermate e tutto ciò che interessa il servizio in concessione. Auspichiamo che i nuovi soggetti aggiudicatari siano già strutturati per queste fondamentali attività”.

"Sia i conducenti che i cittadini – dichiara Marcello Boscagli, responsabile Ugl Provinciale, devono avere la sicurezza che i mezzi impiegati siano idonei e che le strutture logistiche siano adeguate èpetr gartantire qualità e continuità del servizio. una continuazione di servizio”. 

I sindacati hanno incontrato la presidente della Provincia, Silvia Chiassai e i dirigenti del settore mobilità dell’ente per rappresentare le condizioni attuali e intendono continuare i confronti dichiarandosi disponibili a partecipare attivamente ai tavoli tecnici predisposti dagli enti locali. I sindacati ricordano di aver già preteso dalla Regione uno stanziamento aggiuntivo di 80 milioni di euro per la formazione professionale e annunciano iniziative della categoria qualora il progetto “servizi aree deboli” evidenzi ricadute occupazionali e salariali, nonché carenze di servizi per i cittadini.

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