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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tortaia quartiere in crisi. C'è chi dice no

Si arricchisce il dibattito aperto ieri con la lettera di una residente che segnalava il degrado del quartiere. La risposta del consigliere comunale Federico Scapecchi: "Possiamo migliorare, ma quella resta una zona vivibile e sicura"

Ieri la lettera di una cittadina: toni accorati, dispiacere e anche un po' di rabbia per il degrado che ha stretto in una morsa dolorosa il quartiere di Tortaia. Sonia ha inviato il suo sfogo alla nostra redazione: "Questa era una delle zone più belle di Arezzo con i giardini verdi, le scuole, il teatro Mecenate, il bocciodromo, il centro sociale, il Mengo Music Fest. Da tempo invece ha perso potenzialità e nessuno ne conosce il vero motivo".

Un sasso nello stagno che ha sollevato un dibattito molto partecipato sui social. Oggi è arrivato un altro punto di vista sull'argomento, firmato dal consigliere comunale Federico Scapecchi (Forza Italia), anche lui residente in questo angolo di città. 

Innanzitutto il Mengo Music Fest, che la scorsa estate si è trasferito al Prato come sbocco naturale di un percorso di crescita che sta coinvolgendo sempre più persone.

Ho letto con attenzione la lettera che avete ricevuto da una residente del quartiere Tortaia e pubblicato sul vostro sito, e vorrei rispondere in quanto mi sento "toccato" da vicino sotto tre diversi aspetti: come cittadino residente da sempre a Tortaia, come consigliere comunale e come volontario del Mengo Music Fest. Parto dall'ultima: mi ha fatto molto piacere leggere le belle parole spese per il festival che dal 2008 contribuisco anche io a realizzare, e che dallo scorso anno si è trasferito al Prato. La scelta dello spostamento, come a suo tempo comunicato e come avete citato nell'articolo, è stata compiuta esclusivamente per il bene del festival che, pur avendone le potenzialità, nel suo luogo natale non aveva possibilità di crescere ulteriormente per evidenti motivi di spazio. Il parco di via Alfieri che lo ha ospitato per 13 edizioni ha i suoi limiti e dopo l'ultima serata dell'edizione 2017 ci siamo resi conto che, probabilmente, erano stati superati. Potevamo scegliere di ridimensionarci, oppure cercare una location che desse modo al festival di crescere ancora e di legarsi indissolubilmente non più con un solo quartiere ma con l'intera Città. Abbiamo fatto una scommessa e l'abbiamo vinta, e adesso siamo al lavoro per migliorare e consolidare la manifestazione che il prossimo luglio vogliamo nuovamente proporre al Prato. C'è poi da aggiungere che negli anni abbiamo ricevuto alcune lamentele comprensibili e oggettive, e ci siamo sempre adoperati per limitare nei limiti del possibile i disagi ai residenti, ben consci che la maggioranza della popolazione era ben felice di "sopportare" quattro giorni di musica. Quelli che non abbiamo mai considerato sono i pochi, pochissimi che per partito preso si sentivano in diritto di criticarci e denigrarci, senza cercare un dialogo, e ci tengo a sottolineare che non hanno avuto il minimo peso nella nostra, e solo nostra, scelta di trasferire il festival.

C'è poi un centro commerciale che non catalizza più attenzioni e presenze come accadeva una volta. Il quadro generale della città è cambiato e anche a Tortaia se ne sperimentano le conseguenze. 

Tortaia non ha più il Mengo e non ha più la vitalità dei primi anni del suo centro commerciale, ma su questo possiamo fare ben poco. Senza voler entrare nelle scelte dei privati, proprietari e gestori dell'immobile, ritengo che la legge del mercato abbia provocato la chiusura dei negozi sopra il supermercato: una volta quello era l'unico centro commerciale della città, forse dell'intera provincia, e aveva una clientela che proveniva da un territorio molto vasto. Oggi i centri commerciali e i supermercati si sono moltiplicati (ce ne sono altri due nel raggio di un paio di km) e ho l'impressione che la clientela sia pressoché ridotta ai residenti di Tortaia. Dispiace anche a me e non nascondo che quando mi capita di salire al piano superiore, luogo dove ho trascorso buona parte della mia infanzia e adolescenza con i miei migliori amici, mi assale la tristezza.

La premessa però non deve portare fuori strada. Il quartiere resta uno dei più vivibili della città, sia per le strutture che per il verde pubblico.

E allora siamo di fronte a un quartiere abbandonato, degradato e magari anche insicuro? No, assolutamente no. Abbiamo scuole materne (siamo al lavoro per costruirne una nuova, sperando di trovare i fondi), primarie e secondarie riconosciute tra le migliori della città, un centro d'aggregazione sociale nuovo di zecca che funziona, servizi come ufficio postale e farmacia, un campo sportivo pubblico gestito da società sportive che ogni giorno vede allenarsi tanti giovani, un'altra struttura sportiva con campi da calcetto e pizzeria, un piccolo teatro, due linee del trasporto pubblico locale e tanto, tantissimo verde pubblico. Tortaia è il quartiere più verde di Arezzo e al di là dei segni del tempo (si parla di oltre 30 anni) i giardini sono ben tenuti, ci sono giochi per i più piccoli ed è possibile passeggiare o correre a qualsiasi ora in sicurezza. Si, il quartiere è sicuro: ci sono stati furti negli appartamenti e nelle cantine (anche io nel 2007 ho subito il furto del motorino) ma non siamo di fronte a problematiche che affrontano altri quartieri urbani e altre zone verdi della città.

Scapecchi sottolinea anche l'impegno dell'amministrazione comunale per ascoltare le richieste dei residenti e risolvere i problemi più evidenti. Insomma, la fotografia che ne viene fuori non è quella di una periferia senza speranza ma di una porzione di Arezzo vitale e dignitosa. Nonostante tutto.

L'amministrazione comunale negli ultimi anni ha avuto attenzione per Tortaia riasfaltando strade (via Alfieri, via Quasimodo), pulendo le fognature (non si sono più registrati allagamenti di strade e scantinati), restaurando parchi (restauro zona ex laghetto e parco Vettori, di fronte alle scuole), installando nuovi giochi per i bambini e intervenendo sul patrimonio arboreo con potature straordinarie anche a seguito dell'evento atmosferico del luglio 2016. Tutto va bene? Diciamo che non va male, ma possiamo sempre migliorarci. Dopo anni di incuria sono tante le piccole cose che possono e devono essere migliorate e come consigliere comunale sono a disposizione per ascoltare le richieste e le segnalazioni dei cittadini, per portarle all'attenzione dell'amministrazione e dare risposte. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo, perché fa parte del mio ruolo e perché voglio bene, moltissimo, a Tortaia, il mio quartiere.

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