"Screening di massa ad Arezzo? Sì, se necessario. Ma ora i test sierologici non hanno interesse per la Asl"
Il direttore generale Antonio D'Urso commenta l'arrivo dei test rapidi per i medici di base e i pediatri di famiglia: "Così allarghiamo la platea della diagnosi. Un test come quello del Comune sugli studenti? Non ha valore per ridurre il contagio"
Intervenuto ieri mattina alla presentazione dell'ampliamento della Terapia Intensiva dell'ospedale San Donato di Arezzo, il direttore generale della Asl Toscana Sud Est Antonio D'Urso ha approfondito molti argomenti tra cui quello dei nuovi test rapidi per la diagnosi del Covid nella popolazione aretina, affidati ai medici di base o ai pediatri di famiglia; ha spiegato poi della possibilità di uno screening di massa con partecipazione della Asl e parlato del test sierologico, in relazione all'iniziativa intrapresa dal Comune di Arezzo con il test sugli studenti 3-14 anni.
Test rapido dal medico di base
Per quanto riguarda i test rapidi a disposizione dei medici di famiglia, si tratta di tamponi che danno una risposta alla eventuale contagiosità da Covid in un lasso di tempo contenuto a differenza dei tamponi molecolari. Non si tratta di una possibilità aperta a tutti: i test possono essere fatti (gratuitamente) dai dottori su pazienti reputati casi sospetti di un contatto e asintomatici contatti stretti di un caso al termine del periodo di quarantena di 10 giorni.
"Arrivano i test rapidi per medici di famiglia e pediatri - ha detto D'Urso - per aumentare la platea delle persone che possono fare il test. Non è uno screening di massa, ma non è escluso che la Toscana possa fare una campagna del genere prossimamente. Ma è una valutazione da fare in futuro, che è nelle mani della direzione regionale sanitaria".
Screening di massa ad Arezzo?
A proposito dello screening di massa sulla popolazione aretina, D'Urso si dice quindi possibilista, anche se rimanda alla Regione Toscana per un'eventuale iniziativa del genere: "Deve essere fatta, nel caso, in considerazione dei dati epidemiologici, cioè dei dati sui contagi che registriamo tutti i giorni". Qualora ci sia necessità, insomma. E un test di questo genere, fa capire D'Urso, deve partire da un'input regionale, non locale. Si potrebbero aprire scenari come l'iniziativa "Movida si...cura" di questa estate, con test a tappeto su base volontaria e gratuita, dice il dg. All'epoca erano test sierologici, strumento che prò D'Urso ritiene oggi superato; "qualche mese fa non avevamo a disposizione i test rapidi, oggi sì".
Il commento sull'iniziativa del Comune
E a proposito dei test che il Comune insieme alla Croce Rossa sta facendo sui bambini e ragazzi fino a 14 anni D'Urso aggiunge: "Ho già detto che su questo tipo di test, Burioni ha spiegato benissimo la situazione". Il dg poi continua: "Il test sierologico non indica contagiosità. Dal mio punto di vista non ha interesse, perché l'obiettivo è quello di individuare precocemente i soggetti che possono trasmettere la malattia. Ma l'azienda in questo momento non fa uno studio di prevalenza, per capire se la malattia è diffusa nel contesto cittadino o provinciale, questa informazione ha un valore epidemiologico e statistico, ma non ha un valore attuale per ridurre o impedire il contagio".
Infine a una domanda sull'Hospice, D'Urso ribadisce l'impegno per una soluzione rapida come auspicato recentemente, senza però entrare nel merito della polemica sollevata dall'ex responsabile Maurizi.
*Video in collaborazione con Claudia Failli