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Terzo settore: la Toscana si conferma terra di impegno civile e sociale

Regione Toscana ha destinato 4,2 milioni nel 2020 per contributi finalizzati a fronteggiare l'emergenza sanitaria Covid-19 in ambito sociale

Sono quasi settemila (6.777) le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le cooperative sociali attive in Toscana alla fine del 2019. Secondo l’ultimo censimento Istat, le istituzioni no profit (formalizzate e non) sono oltre 27.000, hanno più di 51.000 dipendenti e funzionano grazie al contributo di quasi 470.000 volontari. Si tratta di 74,5 organizzazioni ogni 10.000 residenti, contro una media nazionale di 59,6. I volontari sono 125 ogni 10.000 residenti, contro una media italiana di 91. Sono questi alcuni dati che emergono dal Terzo rapporto sul Terzo settore in Toscana, presentato oggi dalla Regione nel corso di un evento in streaming.

“La fotografia che ne emerge – commenta l’assessora regionale al sociale, Serena Spinelli – è quella di una realtà radicata e diffusa, con un ampio e diversificato ventaglio di attività e servizi che rappresenta un grande patrimonio per questa regione, per la coesione sociale e la solidarietà. Un bene prezioso che intendiamo continuare a valorizzare e a sostenere in questa fase difficile anche per le realtà che si occupano di economie sociali e solidali. La Toscana per questo vuole puntare molto sulla coprogrammazione e coprogettazione tra istituzioni e terzo settore, per sviluppare interventi e azioni condivise sui territori”.

Il Terzo Settore in Toscana (che comprende 3.287 associazioni attive principalmente nei settori sociale e sanitario, 2.915 associazioni nei settori culturale-educativo e sportivo-ricreativo e 575 cooperative sociali). In Toscana si rileva anche una buona capacità di creare lavoro, con 14 dipendenti ogni 1.000 residenti, un dato in linea con quello nazionale.

“La pandemia – prosegue l’assessora – ha avuto pesanti ripercussioni negative sul Terzo settore e la Regione sta facendo e continuerà a fare tutto quello che è nelle sue possibilità. Deve essere evitato il rischio che molte realtà si trovino costrette a chiudere, c’è bisogno di ulteriori risorse dal Governo e di consentire al terzo settore forme garantite di accesso al credito. Ci sono però anche segnali positivi su cui occorre far leva. Si registra un’alta capacità di adattamento, tanto che una su tre ha cambiato le proprie modalità organizzative. Abbiamo registrato un calo dei volontari più anziani, ma una positiva crescita di quelli più giovani. Voglio ringraziarli tutti e tutte, ribadendo che la Toscana può esserne orgogliosa e che sono un elemento essenziale ed imprescindibile per il sistema di welfare e per la qualità della vita nelle nostre comunità locali”.

Un sostegno importante al settore è arrivato dalle Fondazioni di origine bancaria toscane, che nel periodo 2015-2019 hanno erogato 105 milioni di euro a favore del Terzo Settore toscano. E anche i valori relativi al 5 per mille sono significativi, con oltre 20 milioni di euro nel 2019 destinati dai cittadini a soggetti del terzo settore operanti in Toscana.

Regione Toscana sostiene da anni gli enti del Terzo Settore ed ha destinato 4,2 milioni nel 2020, per contributi finalizzati a fronteggiare l'emergenza sanitaria Covid-19 in ambito sociale. Per l’anno 2021 è in uscita un avviso con circa 6 milioni di euro volto a fronteggiare le conseguenze dell’emergenza sanitaria sugli enti del Terzo Settore.

Giani: “La Toscana è regione leader in Italia”

“Per quantità e qualità dell’impegno e per numero di associzioni e di volontari, ogni volta che si fanno indagini di questo tipo la Toscana risulta tra le tre regioni italiane dove più forte, presente e attivo è il Terzo settore”.

Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nel corso del suo intervento alla presentazione online del Terzo rapporto sul terzo settore in Toscana.

“Il Terzo settore – ha aggiunto il presidente – signifca la capacità di garantire l’integrazione sociale, in applicazione dei principi costituzionali. Significa sussidiarietà con il sistema socio sanitario regionale. In questo ambito sono oltre 550 i presidi presenti in tutte le aree della Toscana, gestiti dalle organizzazioni del volontariato: è un vero servizio sociale e sanitario, di grande rilevanza. Di notevole importanza sono anche le attività di carattere sportivo e culturale, e gli stessi circoli ricreativi garantiscono una presenza fondamentale e vitale per le nostre comunità. Senza tacere - ha sottolineato - delle organizzazioni che rappresentano l’ossatura del nostro sistema di Protezione civile. In sintesi siamo di fronte ad un arcipelago variegato e prezioso, su cui siamo felici di poter continuare a contare”.

In apertura dei lavori di presentazione del Rapporto, c’è stato il saluto del presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, Matteo Biffoni: "Per noi sindaci e per il sistema dei Comuni, la collaborazione con il mondo del volontariato è sempre stata fondamentale. Tanto più in questa fase di emergenza sanitaria, perché senza di loro non ce la faremmo: se siamo ancora qui è anche grazie alle migliaia di persone che mettono il loro tempo e le loro capacità al servizio degli altri. Ora, con il nuovo codice regionale del Terzo settore, possiamo ancora di più migliorare e strutturare questo rapporto".

L’assessora regionale al sociale, Serena Spinelli ha poi insistito sulla necessità di fare in modo che “il Terzo settore si confermi nel suo ruolo di presidio sul territorio, capace di dare risposte ai bisogni che hanno i soggetti più fragili del nostro tessuto sociale, come i disabili, gli anziani, le famiglie che vivono in situazioni di disagio economico e sociale. Se il Covid ha rappresentato un evidenziatore di queste vere e proprie criticità, il nostro compito è di fare in modo che dalla pandemia non ne usciamo in una situazione peggiore rispetto a prima. Occorre quindi evitare di fornire risposte frammentarie ai molteplici bisogni che anche da questo Rapporto emergono. Occorre prevenire l’isolamento personale e sociale dei cittadini più in difficoltà, formare gli operatori del Terzo settore per metterli sempre meglio in grado di rispondere ai molteplici bisogni sociali, che negli anni sono cambiati e con il Covid sono aumentati e si sono ulteriormente diversificati. In questo il Terzo settore rappresenta l’infrattura sociale sulla quale possiamo continuare a contare”.

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