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Giornata Mondiale contro l'Aids

"10 anni di vita non vissuta per la paura di avere l'Aids dopo aver frequentato le zone a luci rosse di Arezzo"

Una testimonianza, che resta anonima, di un ragazzo che senza lavoro e lasciato dalla fidanzata si rifugia nel sesso a pagamento tramite annunci pubblicitari, poi la paura di aver contratto la malattia e la mancanza di coraggio nel chiedere aiuto

"Non fate come me, che mi sono privato di 10 anni di vita. Abbiate il coraggio di fare prevenzione e controlli". Questo il messaggio che lancia un aretino, lo chiameremo Luca, un nome di fantasia utile a preservare la sua identità, che è rimasto colpito dalle parole espresse dal primario di Malattie infettive dell'ospedale di Arezzo Danilo Tacconi in merito alla giornata mondiale contro l'Aids che si celebra proprio oggi dopo essere stata indetta nell'88 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

E così Luca ha preso coraggio e tastiera e ha scritto un'email molto significativa, raccontando una storia, a lieto fine, ma che potrebbe riguardare molti giovani come lui. 

"La mia esperienza è fortunatamente andata a buon fine ma il rischio è stato alto e tutto solo per colpa mia. Era l'estate del 2008. Avevo 20 anni, una ragazza, un lavoro, insomma una vita tranquilla come chiunque. Sta di fatto proprio in quella estate oltre a perdere il lavoro e ad essere lasciato dalla mia ragazza, scoprendo che aveva un altro, non so se per 'desiderio del proibito' o piuttosto per ribellione sono stato uno degli aretini che ha frequentato le zone a luci rosse della città."

È così che parte il suo racconto che si rifà a ben 14 anni fa.

"Non potete immaginare quanti siti esistano con annunci dedicati, quante inserzioni. Ogni 20 giorni circa ero solito cercare tra le pagine web, fissare un incontro e così via. Molti diranno che il motivo era solo il piacere, il fatto di non avere legami, ma poi un percorso più approfondito mi ha fatto capire che forse non avevo metabolizzato quella storia finita, che avevo accantonato ma non la rabbia e la frustrazione per essere stato lasciato."

Ad ogni modo il punto non è questo, è semmai il fatto che pur usando sempre protezioni ad un certo punto ho avuto paura di aver contratto una malattia come quelle descritte nell'articolo che vi ho linkato perchè un amico che si era confidato con me di frequentare certi ambienti aveva avuto alcuni sintomi (poi in realtà fu un falso allarme). Dal quel giorno del 2010 fino a pochi mesi fa ho vissuto nel terrore. Il terrore di essermi ammalato, di aver preso una malattia sessualmente trasmissibile solo per il mio capriccio, solo per il mio gusto del piacere. Io, codardo come pochi non ho avuto il coraggio di confidarmi con nessuno. Non sapevo da chi andare, a chi chiedere informazioni. Leggevo su internet e basta e ogni risultato era una sentenza. Intanto mi sforzavo di continuare come se nulla fosse la mia vita, ma mi maledicevo per quei rapporti con ragazze che nemmeno conoscevo e non avevo nemmeno più rivisto."

Una condizione che gli ha impedito di avere una vita sociale normale per molti anni.

"Pensavo di essere malato ma non ne avevo la certezza e così davanti anche a inviti di ragazze e colleghe di lavoro ad uscire per più di un appuntamento inventavo scuse, prendevo tempo. Poi tre anni fa ho avuto la fortuna, cambiando medico, di trovare una persona che dietro a mie domande insistenti al termine di una visita di routine mi ha chiesto: 'invece di farmi tutte queste domande perchè non mi dice che malattia pensa di avere visto che mi sottolinea tutti questi sintomi...'. Mi gelò. Così presi il coraggio a due mani e gli dissi tutto. Dopo mezzora nel suo studio mi segnò tutti gli esami del caso. Sono stato nel panico dal giorno in cui ho fissato il prelievo fino all'esito dell'esame: Negativo. Avrei baciato la dottoressa e tutto il personale medico. Ho fatto nuovi controlli nel tempo per avere la certezza completa e oggi sto pensando anche di diventare un donatore."

Infine l'obiettivo con il quale ha voluto condividere la sua storia: "Ho scritto perchè è importante fare attenzione sempre, usare il preservativo per prevenire anche malattie meno gravi e perchè fare esami e controlli può evitare di fare ciò che ho fatto io e cioè privarmi della mia vita per quasi 10 anni. Spero possa essere di aiuto a prendere coraggio per chi si trovasse nella condizione in cui ero io."
 

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