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Taglio alle liste d’attesa, Cgil-Fp Toscana e medici: “Significativo l’accordo sindacati-Regione"

L'accordo sulle liste d'attesa sottoscritto dalle organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria con la Regione Toscana il 23 luglio ha il pregio di marcare la ripresa del confronto fra le parti sul tema...

L'accordo sulle liste d'attesa sottoscritto dalle organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria con la Regione Toscana il 23 luglio ha il pregio di marcare la ripresa del confronto fra le parti sul tema della sanità pubblica.

Iniziato così la nota che porta la firma di Riccardo Bartolini (Fp Cgil Toscana), Corrado Catalani (Fp Cgil Toscana - medici), Mauro Fuso (Cgil Toscana). Un accordo giudicato con favore dalla parti quello che è stato trovato al termine di un tavolo di confronto con la dirigenza aziendale.

"L'atto - proseguono dai sindacati -che ha un rilevante significato sul piano politico perché finalizzato ad affrontare il complesso fenomeno dei lunghi tempi di attesa, afferma con forza un principio che da qui in poi sarà complicato eludere: le risorse economiche dei contribuenti recepite attraverso la fiscalità generale devono essere investite nel sistema pubblico e gestite impiegando il personale dipendente attraverso l'utilizzo delle leve contrattuali disponibili. Un argomento molto significativo, quindi, come spunto per interrompere il pluriennale periodo di assenza di interlocuzione sostanziale fra queste due componenti sul Tavolo di confronto della Dirigenza. Tuttora, però, non è stata predisposta alcuna agenda su questo tavolo che renda organico il confronto e solida la prospettiva di sviluppo delle relazioni.

In attesa della delibera, il cui testo non è ancora disponibile, preme sottolineare alcuni aspetti che a nostro avviso dovranno essere considerati con estrema attenzione. Questo provvedimento, che è basato sull'adesione volontaria dei professionisti all'attività aggiuntiva ed alla libera professione intra-moenia, potrebbe trovare un terreno di applicazione critico a causa della gravissima carenza di organico che riguarda soprattutto le professionalità direttamente impegnate nell'assistenza: medici ed infermieri in particolare. Due componenti già fortemente appesantite da una curva demografica caratterizzata da un'elevata percentuale di soggetti prossimi alla pensione. La carenza di organico, quantificabile in oltre 9.000 dipendenti nel quinquennio 2013-2017, è dovuta all'applicazione della legge nazionale del 2006 che impone un vincolo di spesa per il personale a livello del 2004 meno l'1,4%, fino al 2020.

A tutto ciò si aggiunge l'effetto di una ripartizione fortemente sperequata delle risorse professionali nei vari territori della Toscana. Questo in molte aree ha ulteriormente aggravato la condizione di enorme disagio caratterizzata dal permanere di difficoltà anche per garantire il solo mantenimento dell'attività routinaria. Per fare fronte a questa drammatica situazione, consentendo al Sistema Sanitario della Toscana di rimanere ai più elevati livelli performativi nazionali, il personale - i medici in particolare - è stato costretto a rinunziare a larga parte dell'orario che nel contratto vigente è riservato alla formazione, alla ricerca ed alla didattica; a utilizzare solo parte delle ferie annuali; a lavorare oltre l'orario dovuto fino a produrre un monte di decine di migliaia di ore eccedenti che non vengono retribuite e raramente vengono recuperate. Al momento, in molte se non in tutte le Aziende sanitarie della regione, il fenomeno viene “risolto” tramite l'azzeramento della contabilizzazione dell'eccedenza oraria lavorata. Qualcosa di molto simile al noto adagio “chi ha avuto ha avuto”. Questa situazione non può perdurare. Salvo fatto che non si voglia perseguire la strada del fallimento certo del provvedimento regionale. I professionisti che operano nel sistema pubblico toscano si troverebbero a lavorare in tre o quattro contenitori orari: l'orario istituzionale contrattualizzato maggiorato della riserva oraria per la formazione, l'eccedenza oraria oramai strutturale per mantenere aperti e funzionanti i servizi, la produttività aggiuntiva e l'intra-moenia. Un monte ore difficilmente sostenibile che certamente spingerebbe molti a rinunziare alle attività volontarie. Nei fatti il valore politico dell'accordo e la sua operatività verrebbero vanificati e si aprirebbe nuovamente una via verso il privato.

La CGIL a livello nazionale ha chiesto con forza, pochi giorni fa, al ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno la rimozione del vincolo al 2004 e proseguirà in maniera incisiva in questa azione. Il resto spetta alla Regione. La nostra organizzazione in merito qualche proposta da avanzare ce l'ha e sicuramente la porterà alla discussione se perdurerà un clima di fattiva collaborazione. E questo è esattamente quanto auspichiamo".

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