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Luca e l'attività rilevata prima del Covid: "Dopo appena 2 mesi ho avuto paura di dover chiudere. Ora sono ottimista"

Luca Fragalà, 29 anni, il primo gennaio 2020 ha iniziato la sua nuova vita professionale e a distanza di pochi mesi si è ritrovato con un'attività da gestire in piena pandemia

Luca, 29 anni, e una vita da imprenditore nata grazie ad un po' di sana follia e tanta volontà di volersi mettere in gioco dal punto di vista professionale in un ambiente completamente nuovo. 

La sua esperienza nasce il 1° gennaio 2020, quando la pandemia Covid e le sue conseguenze che stiamo vivendo ancora oggi, da oltre un anno, non erano immaginabili. Un investimento economico importante, una squadra di dipendenti da coordinare e il dovere di impare in fretta a gestire un'attività aperta da oltre venti anni: La Bottega di Giacco di San Giuliano. Poi, dopo soli sessantanove giorni, il 9 marzo l'allora premier Conte annunciò il lockdown generale in tutto il paese, l'Italia entrava in "zona protetta".

"Non nascondo che lì per lì mi prese un po' il panico perchè dopo due mesi dall'avvio dell'attività pensai che tutto mi potesse crollare addosso. Non si capiva inizialmente chi doveva chiudere e chi poteva proseguire la sua attività e soprattutto in che modo. Avevo iniziato da poco questo nuovo percorso, investendo tanto e la paura che tutto potesse subito finire è stata tanta". Luca racconta così i primissimi giorni dopo che era stata dichiarata emergenza sanitaria legata al Covid con tutte le conseguenze che ha portato con sè.

"Ho cercato di adattarmi subito alle nuove regole, che nei primissimi giorni cambiavano continuamente, tra un decreto e un altro. Non è stato per niente facile, specialmente per me, che per la prima volta mi trovavo a gestire cinque dipendenti in un settore totalmente nuovo. Ho avuto la fortuna di avere un'attività che mi ha sempre permesso di lavorare e, praticamente, non ho mai chiuso un giorno. Oltre che bottega alimentare ho anche il tabacchi e l'edicola".

Il tempo di capire quello che si poteva fare, e come, e Luca si è rimboccato le maniche e organizzato. "Per quanto mi riguarda, a marzo e aprile 2020 abbiamo lavorato, molte persone venivano a fare la spesa perché avevano paura di andare nei grandi supermercati. Mi organizzai in fretta anche per poter portare le spese a domicilio allargando il giro anche fuori il paese, da San Leo a Pratantico fino a Olmo e San Zeno. Quindi, passato il primo momento di panico posso dire che quella situazione mi ha aiutato a farmi conoscere più velocemente". 

Luca ricorda con un sorriso anche un episodio particolare. "Nel primo lockdown, quando ancora le persone dovevano capire bene come comportarsi, ho messo mia madre a fare il 'vigile'. Avevo comprato una paletta giocattolo per gestire il 'traffico' all'interno della bottega per non creare assembramenti e far capire ai clienti che l'entrata e l'uscita erano diverse".

Un'avventura che, dettata anche dal periodo difficile, ha accelerato l'ambientamento di Luca nella bottega, sia nel lavoro quotidiano sia nella gestione dei dipendenti e dell'attività. Adesso però prova a guardare avanti con rinnovato entusiasmo. "Sicuramente la volontà di crescere c'è, l'intenzione di poter far diventare la mia attività un punto di ritrovo più grande, dove le persone potrebbero mangiare sedute in una saletta (quando ovviamente sarà possibile). Il periodo è difficile perchè è stata stravolta la nostra quotidianità, però guardo al domani con ottimismo". 

Luca chiude con un messaggio per i suoi coetanei che vogliono lanciarsi in un'attività "il consiglio che posso dare io a chi vuole intraprendere un'attività imprenditoriale è quello di farlo col giusto pizzico di follia, però allo stesso tempo con la consapevolezza del passo che si sta per compiere, non solo dal punto di vista economico".

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