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Storia di una vita vera, faccia a faccia con Don Duilio Sgrevi

Arrivo su di una collina circondata da olivi e mi colpisce la quiete di questo luogo, che fa scordare la frenesia quotidiana. Qui si respira un'aria diversa, che vivifica il cuore. Don Duilio mi accoglie nel suo studio, carico di libri, di foto e...

Arrivo su di una collina circondata da olivi e mi colpisce la quiete di questo luogo, che fa scordare la frenesia quotidiana. Qui si respira un'aria diversa, che vivifica il cuore.

Don Duilio mi accoglie nel suo studio, carico di libri, di foto e di ricordi. E il passato si mischia al presente, e quasi mi perdo ad osservare. Pian piano si delinea la storia di una vita intera, tra pagine e parole scritte, raccontate, tramandate.

Vestito come un sacerdote d'altri tempi, Don Duilio indossa una lunga tonaca nera che, se non lo si conosce, può quasi indurre timore. Così mi trovo trasportata in una dimensione nuova, in cui finalmente il tempo si sospende e posso conversare con quest'uomo ricco di cultura e di esperienza, che mi parla di una vita carica di incontri, di sorprese, di persone e di esperienze, anche fuori del comune. Una vita spesa nella fede ed è di questo che vorrei scrivere, poiché Don Duilio mi fa comprendere, con dolcezza e pazienza, cosa significhi la fede e che non vi è fede senza fiducia e amore. Vivere con fede significa, anzitutto, approcciarsi diversamente nei confronti delle delle prove che la vita riserva a ciascuno.

Così , conversando, emerge che il dolore, apparentemente insensato, costituisce in realtà una occasione unica di cambiamento ed evoluzione, se vissuto con speranza. Apparentemente in contrasto, il dolore e la speranza possono invece armonizzarsi, come mi fa comprendere Don Duilio. La sofferenza, inevitabile, è ciò che precede la risalita e dopo l'inverno la primavera rifiorisce. A differenza di quello che il mondo di oggi propone -e, cioè, l'assenza di qualsiasi fatica, sforzo e sacrifico-, la prova è ciò che fortifica e forma il carattere ed è il momento della perseveranza.

“Non vi è amore vero senza prima un po' d'amaro”, con questa frase Don Duilio mi accompagna a comprendere ciò che sta dietro all'apparente insensatezza della sofferenze umana, sofferenza che è sempre preparatoria alla rinascita e necessaria per renderci capaci di accogliere e riconoscere la vera felicità.

La fede di quest'uomo è fresca come un innamoramento che sempre si rinnova e non è una fatta di una sapienza compiaciuta e gelosamente custodita, ma è una fede che trasmette accoglienza, fiducia, pace e al tempo stesso coraggio. E il coraggio, oggi, è anche quello di andare controcorrente rispetto al mondo, scegliendo la riflessività anziché la superficialità, scegliendo il silenzio anziché la visibilità, lo sforzo che pone solide basi per costruire ciò che non crolla anziché quella felicità facile ed inautentica, che col primo temporale si rivela illusoria.

Carico di una speranza che non cerca di escludere la fatica, ma che sa tenere la testa alta anche durante le prove, Don Duilio mi racconta di anni di gioia e momenti difficoltosi, ma sempre affrontati a cuore aperto. Aperto alle sorprese che il divino ci riserva, facendosi conoscere gradualmente ed imprevedibilmente ed entrando nelle nostre vite spesso come un sottofondo musicale, che pian piano si rivela.

Don Duilio, che nella sua vita ha avuto modo di conoscere uomini illustri e umili, uomini di fede e non, è anzitutto una voce nobile, che merita di essere ascoltata per la sua concreta profondità, specie in questi tempi precari e privi di punti di riferimento. Così sono grata a quest'uomo dagli occhi affilati, che sembrano leggere dentro prima ancora di proferir parola. Sono grata a Don Duilio per avermi fatto comprendere che non si deve temere la fatica, perchè ad essa segue sempre una nuova consapevolezza ed una maggiore conoscenza di se stessi.

Lucrezia Lombardo

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