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Metà bilancio della Fondazione per il Raro e la mostra di Paladino. Teatri, eventi, Polifonico: tutti i numeri

450mila euro è la cifra stanziata per la convenzione con gli enti fornitori degli spettacoli del Raro Festival

Un bilancio in pareggio, 1.883.500 di entrate, stessa cifra nella colonna delle uscite. Questi i totali che si leggono nel bilancio previsionale della Fondazione Guido d'Arezzo, quella a cui è demandata tutta la cultura del Comune di Arezzo, con il sindaco Ghinelli come presidente e Roberto Barbetti come direttore.

Ma di cosa è composto questo bilancio? E' questo il tema scoppiato in città in queste ore, con documenti che sono iniziati a circolare e che hanno provocato mal di pancia politici sia nella maggioranza che nell'opposizione. Soprattutto per le cifre messe a bilancio per il Raro Festival e per la mostra di Mimmo Paladino.

I costi del Raro Festival: il sindaco difende la sua creatura, mal di pancia di Angelo Rossi e l'attacco di Pasquale Macrì e di Romizi

Ma andiamo con ordine. Con la dovuta premessa che la cultura è fatta da professionisti che devono essere pagati come tali. Per il resto parlano i numeri.

Le entrate

Nel capitolo delle entrate spicca quasi un milione di euro di "contributo ordinario del Comune di Arezzo", per la precisione 993mila euro, praticamente metà del bilancio è coperto dalle casse dell'amministrazione.

La seconda cifra in ordine di grandezza proviene da contributi diversi pubblici e privati, per un ammontare di 200mila euro. E poi ci sono i soci partecipanti e sostenitori che hanno contribuito con 160mila euro, 100mila euro di contributi ministeriali e altrettanti da proventi di attività espositive, mentre dalle attività musicali l'importo in entrata è di 91mila euro.

Le spese correnti

L'amministrazione generale della Fondazione cultura impatta nel bilancio per un 10%, con spese previste dal capitolo 2 per 185.922 euro. Dove la voce che pesa di più, ma non appare come uno sproposito, oltre a quella del personale per 80mila euro, è quella del direttore artistico per 24mila euro.

Seguono i capitoli per ogni sotto settore della cultura di Arezzo, eventi fissi e stagioni.

Il concorso internazionale del Polifonico ad esempio costa 115.650 euro con la voce di 35mila euro di spesa per il vitto e l'alloggio dei coristi e 21mila per i premi del concorso. Spese a parte per la gara del Polifonico nazionale per un importo di 28.750 euro. 

Quasi 40mila euro sono le spese per la scuola superiore per direttori di coro, di cui 10mila euro per i docenti di direzione, 4.500 per altri docenti, 8mila euro per convenzioni con cori esterni e 7.700 euro per la direzione e le lezioni del direttore.

Un capitolo a parte conteggia le spese del Guidoneum Festival e il Guido Day, con 34mila euro di emolumenti agli artisti e altri costi che portano il totale a 63.300 euro.

A completare il quadro riferibile al Polifonico e agli eventi legati alla figura di Guido Monaco ci sono il concorso corale nuove voci per Guido con altre 6.600 euro e il Gran premio europeo di canto corale con 15mila euro di spese di organizzazione.

Altre attività musicali

Classificate così ci sono, innanzitutto, la stagione concertistica e quella dell'opera. La prima si ferma ad un budget di spesa di 134.300 euro, dove il peso maggiore è ricoperto dagli 85mila euro di emolumenti agli artisti, ma il botto di spesa arriva con la seconda che riguarda l'organizzazione del Raro Festival attualmente in corso. 666mila euro, un terzo del bilancio della Fondazione per un cartellone di 10 giorni. Spettacoli di musica da considerare più di elite che di massa, salvo semmai Omar Pedrini dei Timoria che si è esibito in Piazza Grande di fronte ad un pubblico che ha gradito, ma che è stato numericamente molto scarso. E non è stato il solo evento andato così, anche al Petrarca la platea è apparsa scarsamente occupata, anche se resta da attendere un appuntamento di punta del palinsesto del Raro Festival organizzato con la direzione artistica del maestro Donato Renzetti: La Traviata all'Anfiteatro Romano.

Le 666mila euro sono in gran parte impegnate nella voce "convenzione con enti fornitori di spettacoli" per 450mila euro, seguono le 80mila euro per il vitto e l'alloggio degli artisti e dei tecnici, poi ci sono i costi di allestimento, di organizzazione e di pubblicità.

Stando al programma presentato dalla fondazione"nato da un’idea di Donato Renzetti il festival è voluto e prodotto dalla Fondazione Guido d’Arezzo e dal Comune di Arezzo insieme alla Filarmonica Gioachino Rossini con media partner Classica HD, il canale di Sky esclusivamente dedicato alla musica classica e reso possibile da sponsor e partner come Polo Museale della Toscana, C-Way, Fraternita dei Laici, Coingas, Conad, Camu-Casa della Musica, Ubi Banca, Fondazione Ivan Bruschi."

La presentazione del Raro Festival

Le attività teatrali

Le spese di bilancio continuano con l'elenco dei teatri. La gestione del Petrarca costa 152mila euro. Di cui quasi la metà per convenzioni con gli enti fornitori di spettacoli e poi spese vive di riscaldamento, energia elettrica, pulizie e service.

Decisamente più modica la cifra del Bicchieraia, 29.750 euro. Per queste due strutture il bilancio specifica che per il 2019 le spese sono in campo al comune. C'è poi il Teatro Mecenate che costa 17mila euro, Palazzo Bocciardi 34.100 euro e addirittura 19.800 euro per il Teatro Tenda di cui 11.300 euro di sole spese di pulizia per una delle strutture meno utilizzate e meno utilizzabili della storia aretina.

Esposizioni e mostre

Rientra in questa classificazione di bilancio la spesa per l'organizzazione della mostra di Mimmo Paladino che arriva a costare 226.200 euro. Se si somma al Raro festival siamo a quasi 900mila euro per due eventi. Le spese di trasporto delle opere hanno inciso per 72.500 euro, il noleggio delle opere per 36.400, per la biglietteria sono state spese 22.500 euro.

Segue la Fortezza Medicea con 24.600euro di spese, quasi interamente devolute all'energia elettrica e all'acqua. Poi il Museo dell'oro presso la Fraternita con spese da 86.228 euro quasi intersamente assorbire dal servizio di vigilanza. 

La Galleria d'arte moderna ha 14.50 euro di spese, mentre, infine, la sala Sant'Ignazio si ferma a 500 euro.


 

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