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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Specie aliene, voraci e invasive: gambero killer e pesce siluro nell'Aretino. Legambiente: "Danni all'ecosistema"

I casi più celebri e complicati da gestire, in provincia di Arezzo, sono quelli del gambero killer e del pesce siluro. Ma sono 157 le specie di invertebrati, 47 di vertebrati e 363 di piante "aliene" considerate invasive in Toscana. "Introdotte...

I casi più celebri e complicati da gestire, in provincia di Arezzo, sono quelli del gambero killer e del pesce siluro. Ma sono 157 le specie di invertebrati, 47 di vertebrati e 363 di piante "aliene" considerate invasive in Toscana. "Introdotte dall’uomo accidentalmente o volontariamente al di fuori dell’area di origine - spiegano da Legambiente - le specie aliene hanno un impatto notevole sull’ambiente e sulla biodiversità, ma non solo: la stima dei costi sociali ed economici di questo fenomeno supera infatti i 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione Europea".

Il disequilibrio ambientale che può nascere dalla proliferazione di specie aliene è ben rappresentato dal caso del gambero rosso della Louisiana, detto anche gambero killer. Diffuso anche nell'Aretino, prospera nelle zone umide dove, riporta Legambiente,

danneggia gli ecosistemi naturali, gli argini dei corsi d’acqua e le attività di acquacoltura. Questo gambero lungo fino a 20 centimetri è in grado di colonizzare ogni tipo di ambiente acquatico, dalle acque superficiali di fiumi e laghi, alle acque salmastre a quelle in ambienti di grotta, che spesso ospitano specie rare o endemismi. Il gambero killer presenta inoltre molti rischi per la salute del consumatore a causa della capacità di accumulare nei propri tessuti metalli pesanti e tossine algali e, potenzialmente, di trasmettere alcune malattie infettive. E’ un vorace predatore opportunista, in grado di nutrirsi a spese di animali e piante e negli ambienti invasi, sia naturali che artificiali, raggiungendo spesso elevate densità. Per i suoi conclamati molteplici impatti, già da tempo la specie è stata inserita nella lista Daisie (Delivering Alien Invasive Species Inventories for Europe) che include le 100 peggior specie invasive in Europa.

Altra specie aliena, invasiva e dannosa, è quella del pesce siluro, originaria dell’Europa centro settentrionale e dell’Asia Minore. In provincia di Arezzo è stata più volte segnalata nel fiume Arno.

Nei nostri corsi d’acqua - continua Legambiente - raggiunge lunghezze tra uno e due metri. È un formidabile predatore che si nutre da giovane di invertebrati e da adulto soprattutto di pesci, ma anche di piccoli uccelli e mammiferi. Introdotto in Europa per fini sportivi, in Italia la specie è stata segnalata nelle acque del bacino del fiume Po nel 1957, per diffondersi poi intorno al 1970. In Toscana il siluro è apparso alla fine degli anni ’80 nei laghetti privati di pesca sportiva in provincia di Firenze. Attualmente si ritrova nel fiume Arno e nel Serchio, oltre a segnalazioni in corso di verifica in altri bacini.

C'è inoltre il caso del punteruolo rosso, coleottero tropicale rinvenuto per la prima volta in Italia in provincia di Pistoia nel 2004, a seguito all’importazione di palme infestate dall’Egitto in un vivaio. Rappresenta una delle principali emergenze fitosanitarie in Toscana, ma l'Aretino pare salvarsi. Pericolosa anche la rana toro americana, immessa nel Pistoiese negli anni '70. Attiva e vorace "risulta essere un portatore del fungo Batrachochytrium dendrobatidis, che rappresenta al momento la più rilevante minaccia a livello globale per la sopravvivenza degli anfibi".

Per frenare la diffusione delle specie aliene invasive e aumentare la consapevolezza della cittadinanza sul tema - prosegue Legambiente - è nato il Life Asap (Alien Species Awarness program) – il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Ispra, che vede coinvolti in qualità di partner la società Nemo Srl di Firenze, Regione Lazio (Direzione ambiente e sistemi naturali), Federparchi, Legambiente, Unicity Srl e Università di Cagliari, con il cofinanziamento del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei Parchi nazionali tra i quali l’Arcipelago Toscano, oltre al Parco dell’Aspromonte, Appennino Lucano e Gran Paradiso.

“E’ sempre più urgente affrontare in modo più efficace le minacce causate dalle specie invasive, e per questo è essenziale il ruolo delle regioni, dei parchi e, soprattutto, dei cittadini - dice Piero Genovesi, project manager del Life Asap, responsabile Area conservazione e gestione della fauna di Ispra -. Solo con il concorso di tutti possiamo prevenire altre introduzioni e mitigare gli effetti di quelle già presenti. La Toscana da sempre, per motivi storici e biogeografici, svolge un ruolo chiave nelle invasioni biologiche, e il Progetto Life Asap è pronto a dare il proprio supporto anche in questa regione”.

La foto in copertina è stata tratta da Lifeasap, le immagini in alto da facebook

@MattiaCialini

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