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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A vuoto il bando ministeriale per la gestione dell'antica Badia di Soffena

Non è ancora stato trovato un concessionario per la gestione della Badia di Soffena a Castelfranco, come riporta il Sole 24 Ore. L’operazione dall'alto per dare una chance ad alcuni beni culturali e piccoli musei d'Italia è riuscita in parte...

Non è ancora stato trovato un concessionario per la gestione della Badia di Soffena a Castelfranco, come riporta il Sole 24 Ore.

L’operazione dall'alto per dare una chance ad alcuni beni culturali e piccoli musei d'Italia è riuscita in parte: solo 5 dei 13 siti del demanio culturale statale coinvolti saranno dati in gestione; era stato infatti aperto un bando, destinato unicamente ad associazioni e fondazioni no profit.

Cinque siti sono stati affidati a nuovi gestori, in due circostanze sono arrivate offerte non adeguate e negli altri casi non ci sono proprio state offerte, come per la Badia di Soffena.

I cinque luoghi che ora si avviano a nuova vita - spiega il Sole - sono la chiesa di San Barbaziano a Bologna, affidata all’Associazione Aics di Bologna; il castello e il museo nazionale “Naborre Campanini” a Canossa (Reggio Emilia), dati in concessione all’Associazione culturale Matilde di Canossa; villa Giustiniani a Bassano Romano (Viterbo), che sarà gestita dal Fai; la certosa di Trisulti, a Collepardo (Frosinone), di cui si occuperà l’Associazione Dignitatis humanae institute di Roma; villa del Bene a Dolcè, località Volargne (Verona), appannaggio della Pro loco di Volargne.

Offerte insufficienti per la chiesa di San Pietro ad Oratorium a Capestrano (L’Aquila) e per la villa del Colle del Cardinale a Perugia.

Nessuna offerta per l’abbazia di Santa Maria di Vezzolano di Albugnano (Asti), per il castello di Moncalieri (Torino); per la Badia di Soffena, che si trova nel comune di Castelfranco di Sopra-Piandiscò (Arezzo), per l’eremo di San Leonardo al Lago, a Monteriggioni (Siena), per villa Brandi a Vignano (Siena), per il castello Bufalini a San Giustino (Perugia).

Resta così aperto il destino dell'antica (è del 1014 il primo documento che ne attesta l'esistenza) e splendida chiesa alle porte di Castelfranco. Alla fine dello scorso anno, il sindaco di Castelfranco-Piandiscò Cacioli aveva promosso una petizione popolare da inviare al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per evitare che l’abbazia fosse data in gestione ad esterni dopo che il Comune aveva acquisito parte del terreno che la circonda.

@MattiaCialini

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