Allevamento di suini a Bucine, la risposta della società: "Attività nel pieno rispetto delle norme e della tutela del benessere animale"

La società Agricola Fattorie Aretine Srl prende posizione in merito alla notizie emerse negli ultimi giorni sulla riapertura di un allevamento di suini a San Pancrazio. 

"Tali precisazioni - scrive in una nota la società - si rendono necessarie per sgomberare il campo da suggestioni, che da un lato potrebbero ledere il prestigio della Società Agricola e dall'altro ingenerare ingiustificate apprensioni nei residenti della zona.
Sull'argomento sono già intervenute parziali smentite e precisazioni da parte del segretario dell'Unione Comunale del PD, dei segretari dei Circoli Ambra, Badia Agnano, Bucine e Mercatale e dal Presidente dell'Associazione per la Valdambra a mezzo di propri comunicati ed interventi.
E' quindi opportuno fare un po' di chiarezza: la società Agricola Fattorie Aretine Srl svolge e intende continuare a svolgere la propria attività nel pieno rispetto delle norme vigenti, in conformità alle autorizzazioni ricevute, con la massima tutela possibile per il benessere animale e per l'ambiente circostante. Ingiustificati e pretestuosi si rivelano pertanto gli allarmi paventati e rilanciati a mezzo stampa, così come ogni timore legato all'inquinamento o alla deturpazione del territorio.
Inoltre la scrivente società smentisce di essere interessata all'acquisto della proprietà sita in Isola frazione Ambra, ad oggi occupata da parte dell'Associazione Agripunk.
In conclusione e in risposta a certe chiusure immotivate ed aprioristiche, si fa presente che l'esercizio di attività che investono nel rispetto delle leggi, creando ricchezza, si rivela una opportunità per il territorio, non certo un ostacolo al suo sviluppo ed alla sua tutela. Diversamente, ogni pretesa di fermare qualsivoglia attività cristallizzando lo status quo, si rivelerebbe oltre che utopistica, dannosa e contraria ad ogni prospettiva di utilizzo sostenibile del territorio con la conseguenza che si andrebbe sempre di più a favorire l'importazione estera in luogo della produzione autentica sulle nostre terre".