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Siccità in Valtiberina. Montedoglio non preoccupa, in difficoltà i produttori di tabacco

L’appello di Domenico Caprini, presidente di Eaut (ente acque umbre toscane): "Usiamo l’acqua in maniera intelligente sia per scopi idro potabili che industriali e agricoli"

Ponderazione, intelligenza e programmazione. Sono questi i tre ingredienti contro la siccità che sta attanagliando anche la Valtiberina toscana e l’Altotevere umbro. Letti dei fiumi che si trasformano in strade, piccoli invasi che vanno a scomparire mentre i campi diventano ogni giorno più aridi. "Usiamo l’acqua in maniera intelligente sia per scopi idro potabili che industriali e agricoli". L’appello arriva da Domenico Caprini presidente di Eaut (ente acque umbre toscane), organismo che gestisce il lago di Montedoglio.  

"Al momento attuale la diga è al massimo consentito, anche in virtù della conclusione prossima della sistemazione del muro. Secondo i calcoli dell’Ente l’acqua dell’invaso sarà sufficiente per tutti gli usi necessari fino alla fine del periodo irriguo, ovvero al 15 settembre. Se invece, ci sarà un uso sconsiderato dell’acqua e il periodo di siccità si prolungherà, allora potrebbero nascere dei seri problemi”.  

Un po’ più pessimista, ma con proposte dirette e concrete, invece, è Matteo Bartolini, vice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani per il centro Italia, che ha ricordato come “la situazione è preoccupate ma non in tutta Italia ci sono le stesse condizioni”, evidenziando che la siccità ha colpito “molto di più al nord rispetto al cento e al sud”. Per il vertice di Cia servono “azioni immediate e una programmazione per il medio e lungo termine”. Fra gli atti da effettuare nel minor tempo possibile, c’è quello di “dare un aiuto economico per ridurre il costo dell’acqua. Ci sono colture nella zona fra Umbria e Toscana, come il tabacco, che hanno bisogno di tanta acqua. Al momento attuale gli imprenditori non possono sopportare i costi di un importante attingimento idrico, dopo che sostengono già costi esorbitanti per gasolio e per altri mezzi tecnici. Non solo si deve pensare a non far scattare gli aumenti della tariffa del costo dell’acqua quando c’è un incremento dell’uso per fini agricoli: si deve pensare che ci sono colture che hanno una forte necessità dell’acqua e modellare tariffe ed erogazioni massime proprio in base al consumo dell’acqua da parte della piante e della coltivazione”.  

C’è poi la programmazione: “Una parte dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe essere utilizzato per creare progetti con l’obiettivo di recuperare l’acqua piovana e a ridurre lo spreso. Tecnologia, sensori per capire quando il terreno ha bisogno o no di acqua, piccoli bacini e laghetti in collina per stoccare acqua stanno diventando necessari”. Infine Bartolini chiede “tempi celeri”.  

A muoversi c’è anche la politica con Letizia Michelini, il sindaco di Monte Santa Maria Tiberina, piccolo comune umbro a confine con la Toscana, che ha lanciato un appello per ‘’l’attivazione di un tavolo di confronto con l’obiettivo di provare come Istituzioni a migliorare il ciclo idrico integrato prevedendo una pianificazione concertata tra i vari Comuni, piccoli e grandi, mettendo in atto tutte le azioni più utili al perseguimento e non lasciando indietro nessuno”. 

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