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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Interrotto il Servizio Scudo in Valdichiana. Calcit: "Chiediamo aiuto alle istituzioni"

E' una delle conseguenze dell'emergenza Covid-19. Ad Arezzo e in Valdarno il progetto va avanti. Sassoli: "Le difficoltà ci sono"

Dal primo maggio il Calcit Valdichiana ha interrotto il Servizio Scudo per malati oncologici della vallata. E’ una delle pesanti conseguenze della pandemia Covid-19 che, dal fine febbraio ad oggi, ha reso impossibile continuare a portare avanti un progetto attivo da ben 14 anni. Il grido d’allarme arriva dal Giovanni Castellani, presidente della sezione chianina. “Non riusciamo a sostenere i costi del Servizio Scudo - spiega - abbiamo cercato di resistere il più possibile ma adesso ci è impossibile portarlo avanti”. Il progetto altro non è che un sistema di assistenza domiciliare per i pazienti oncologici che scelgono di vivere la malattia all’interno delle mura di casa propria. Un percorso che si avvale della partecipazione di cooperative di infermieri professionisti che, tramite convenzione, si occupano dell’assistenza domiciliare. “E’ stata una scelta davvero difficile - prosegue Castellani - ma non riusciamo a fare diversamente. La  mancanza dei fondi è dovuta principalmente alla pandemia che ci ha costretti ad  annullare tutta una serie di iniziative programmate e dalle quali avremmo ricavato utili da investire in questo ambito”.

Tra le manifestazioni più importanti abolite ci sono le giornate della Salute al Maggio Castiglionese e l’annuale kermesse "Musica per la Vita". "A queste - sottolinea Castellani - aggiungiamo le cene che le varie associazioni annualmente ci dedicano e i Mercatini dei Ragazzi, in particolare quello tradizionale di Cortona. Tutte voci che fanno mancare al bilancio 2020 il 50% dell’entrate”. Dal 1992 il Calcit Valdichiana è riuscito a promuovere iniziative che hanno permesso di donare all’ospedale di Santa Margherita della Fratta apparecchiature e attivare servizi. “Continueremo a farlo per quanto possiamo - prosegue Castellani - proprio in questi giorni abbiamo donato al pronto soccorso un ecografo tascabile e stipulato per il terzo anno consecutivo la convenzione con la psicologa oncologa, una figura sprovvista nella pianta organica dell’ospedale, utile ai malati di tumore ma anche alla famiglia”.

Un duro colpo per l’associazione della Valdichiana che però guarda al futuro con fiducia e speranza. “Ci auguriamo che le cose cambino velocemente così da tornare presto alle nostre solite attività e manifestazioni - prosegue Castellani - Lanciamo anche un’idea, un’ipotesi, chiedendo l’intervento diretto della Asl o delle istituzioni locali affinché questo servizio possa continuare a dare supporto e cure a tutti i 130 pazienti oncologici della vallata che annualmente lo richiedono. Se ciò avverrà, noi come Calcit Valdichiana, siamo pronti per impegnare la nostra struttura organizzativa ed eventuali risorse disponibili. In attesa degli sviluppi che assumerà il Servizio Scudo, il Calcit Valdichiana ,come già deliberato dal consiglio di amministrazione, si impegnerà con i cittadini, i collaboratori e i 700 iscritti per ricreare intorno all’ospedale Santa Margherita una sanità pubblica funzionale ed efficiente, cosa che il coronavirus ha messo  in evidente difficoltà. Confidiamo nella capacità dei dirigenti della sanità e nella conferenza  dei sindaci per il rilancio dell’ospedale locale”.

Scenario differente ad Arezzo e in Valdarno dove il Servizio Scudo è attivo con le modalità di sempre. “Le difficoltà ci sono - spiega il presidente Calcit Arezzo, Giancarlo Sassoli - la nostra associazione non ha mai smesso un giorno di lavorare per il futuro del territorio. Confrontandomi anche con altre realtà del terzo settore, ho riscontrato più di una criticità dovuta all’emergenza sanitaria. Anche noi abbiamo dovuto annullare ogni evento in calendario per i prossimi mesi. Nonostante questo abbiamo dato vita, da qualche settimana, alla raccolta fondi che ha permesso di raccogliere 600mila euro. La cifra, come noto, è andata in aiuto all’ospedale San Donato e, in parte, aiuterà anche i nostri progetti attivi in favore della popolazione. Ma per il futuro le incognite restano molte ed è plausibile che servirà davvero il supporto di tutti. Noi ci siamo e vogliamo continuare ad esserci al fianco della nostra città”.

Così dunque, come aziende, artigiani e attività private, anche il comparto del volontariato e del terzo settore è stato flagellato dal ciclone Covid-19. Una furia potente che nessuno poteva prevedere.

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