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Jovanotti, Fry e Negrita: "Non lasciateci senza musica". Artisti e produttori aretini in difesa dei lavoratori del settore

Dai musicisti alle etichette discografiche. Dai big della musica pop fino alle piccole realtà locali. Molti hanno risposto all'appello lanciato dal collettivo La musica che gira rivolto direttamente al Parlamento

Javanotti, Francesco "Fry" Moneti, Cesare "Mac" Petricich e anche Diego Nicchi (Ego), Carlo Ballantini (Ballantine band), Luca Baldini (Officine della Cultura), Roberto Tiezzi (Ballantine band). Sono soltano alcuni dei musicisti aretini che hanno scelto di metterci la faccia e supportare la protesta lanciata dal collettivo La musica che gira. Rispondendo all'hashtag #senzamusica, manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa hanno aderito alla campagna con la quale vengono richieste al Parlamento maggiori tutele e garanzie per i lavoratori del settore musicale colpiti duramente dalla crisi Covid-19. Ma non solo, l'appello ribadisce anche la necessità di prendere in esame gli emendamenti del settore nel decreto rilancio "a oggi ignorati" così che la festa della musica, il 21 giugno, non diventi appunto #senzamusica.

"Aderisco alla campagna a favore di tutti i lavoratori della musica che insieme alla gente di molti settori si trova di fronte ad un periodo di seria difficoltà e incertezza - scrive Jovanotti nel proprio profilo Instagram - Mi sembra superfluo dire che si tratta di chiedere attenzione istituzionale non per me ma per la stragrande maggioranza delle persone coinvolte nell’industria musicale che operano in mille settori dietro le quinte (nei grandi, medi, piccoli e piccolissimi eventi che vanno dagli stadi alle feste di paese ai bar e ai locali dove si fa musica coi giradischi o live)".

Le richieste di cui si sono fatti portavoce numerosi artisti e operatori del comparto sono chiare e mirano a "mitigare le conseguenze negative della crisi, è prioritario innescare una cooperazione tra addetti ai lavori e tecnici del nostro settore, istituzioni e task force". All'appello hanno risposto (oltre a centinaia di volti noti del panorama musicale italiano come Pelù, Marlene Kuntz, Vasco Brondi, Laura Pausini, Ermal Meta e tanti altri ancora) anche l'Arezzo che spacca, l'etichetta Woodworm, i Negrita al completo, il Mengo Music Fest e centinaia di cittadini che non hanno mancato di fornire il proprio supporto a questa fascia specifica di professionisti, che da inizio lockdown ad oggi, si trova in un limbo normativo fatto di incertezze e grandi incognite.

"La crisi che stiamo vivendo - si legge nell'appello lanciato da La musica che gira e fatto proprio da tutti gli aderenti alla protesta - ha visto centinaia di migliaia di artisti, tecnici, imprenditori, professionisti, spazi, agenzie e promoter della musica mobilitarsi al fine di ottenere il riconoscimento legittimo dei propri diritti costituzionali di lavoratori e di operatori del comparto culturale italiano. Questa grande mobilitazione ha di certo messo in evidenza le numerose lacune legislative e i disequilibri che esistono da tempo tra istituzioni granitiche e la dinamica complessità del settore musica che da anni chiede a gran voce di essere ascoltato non solo dentro uno smartphone o sopra un palco, ma anche in Parlamento. Nelle ultime settimane il Governo ha dimostrato in rare occasioni di prendere in considerazione il settore dello spettacolo, accogliendo alcune istanze avanzate e ponendo il cosiddetto "DL Rilancio” come soluzione per la ripartenza. Nella realtá il DL Rilancio non è una soluzione, ancora una volta esclude le esigenze di molti lavoratori, imprese e soprattutto la complessità di un settore come quello della musica che è per la maggior parte escluso dal Fondo Unico dello Spettacolo. Sappiamo essere state depositate alla Camera le proposte di emendamento necessarie a far sí che il DL Rilancio non sia di nuovo un provvedimento discriminatorio, ma una reale occasione di ripartenza alle giuste condizioni. Non possiamo ripartire a tutti i costi. Chiediamo con forza al Governo che vengano ritenute prioritarie tutte quelle istanze che riguardano la Musica e vengano approvate con la relativa copertura economica degna di un settore che fa parte del comparto culturale che produce il 16% del PIL e si è visto durante questa emergenza restituire indietro poco più dell’1% delle risorse stanziate. Da oggi in Parlamento inizia la discussione delle istanze di emendamento al DL Rilancio che saranno discusse e approvate durante i prossimi giorni. La nostra è una richiesta di mobilitazione a tutti i livelli per far sì che la Musica sia nella lista delle priorità del Governo. Non lasciateci #senzamusica".

#senzamusica: la protesta social di artisti e musicisti

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