
Lucia Tanti, vicesindaco Comune di Arezzo e il primo cittadino Alessandro Ghinelli
Arezzo in dad. Il vicesindaco: "In 14 giorni quarantenati 1.300 cittadini, il rischio è di tornare in zona rossa"
"Con l'84% di casi in più in una settimana - ha fatto sapere il vicesindaco Tanti - Arezzo è la terza realtà in Italia per recrudescenza del virus"
Pronta la replica da parte dell'amministratrice che sottolinea come "sabato mattina scorso (27 febbraio ndr) l'ordinanza è stata inviata prima al provveditorato per un confronto che c'è stato e solo dopo i contatti con il provveditorato l'ordinanza è stata inviata alle scuole. A me spiace tuttavia che non si colga la sostanza della questione, cioè che Arezzo in questo momento sta su un delicato crinale: o blocchiamo la galoppata del virus adesso o rischiamo di precipitare in zona rossa velocemente".
A preoccupare il Comune di Arezzo, come ricordato anche dal sindaco durante l'ultimo intervento sui social, è la crescita dei contagi che potrebbe trascinare la provincia aretina in zona rossa. "Con l'84% di casi in più in una settimana - ha fatto sapere il vicesindaco Tanti - Arezzo è la terza realtà in Italia per recrudescenza del virus. Da noi sono state riscontrate in ambito scolastico entrambe le varianti e oltre l'1% degli aretini - quasi 1.300 - sono stati quarantenati negli ultimi 14 giorni a causa dei soli positivi generati dal mondo della scuola. Il tema della chiusura delle scuole nelle zone critiche è ormai già un fatto. Non è che ci siano molte cose da dirsi. Ad Arezzo negli ultimi giorni registriamo dai 40 ai 50 casi in più; o ci si affida al fato o si tenta adesso e con forza di evitare di diventare zona rossa come Siena. Resta il dispiacere per i ragazzi, sempre più disorientati, e questo è il solo vero rammarico che ci fa male, ma non è mettendo la testa sotto la sabbia o aspettando che qualcuno prenda decisioni per noi così da poter giocare allo scaricabarile, che fermeremo un contagio che si sta riacutizzando e che si è concentrato nella fascia di età sei-diciotto. Tutte le opinioni sono legittime e hanno molte ragioni, ma la linea di questa amministrazione è sempre stata quella di prevenire e agire rapidamente prima che le situazioni possano degenerare. Ci sono momenti in cui servono decisioni drastiche per fermare un trend: i numeri ci dicono che Arezzo è in un momento in cui l’attenzione deve essere massima. La responsabilità della salute degli aretini è in capo alla amministrazione comunale, e così come molti altri sindaci alla luce di una tendenza oggettivamente critica abbiamo ritenuto che fosse il tempo di prendere decisioni utili ad evitare la zona rossa. Del resto fummo i primi in Italia a chiedere la chiusura delle scuole un anno fa mentre altri prendevano gli aperitivi dimostrativi. Passammo, il sindaco ed io, per esagerati poi però si è visto un anno fa come è andata a finire”.