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Scuola, verso la prima campanella: 4 bimbi su 100 iscritti alle paritarie

Ci sono campanelle e campanelle. Tra pochi giorni quelle che squilleranno ad Arezzo saranno tante: molte nelle scuole statali e una piccola percentuale  nelle scuole paritarie. Ovvero scuole private o istituti non gestiti direttamente dallo Stato...

Ci sono campanelle e campanelle. Tra pochi giorni quelle che squilleranno ad Arezzo saranno tante: molte nelle scuole statali e una piccola percentuale nelle scuole paritarie. Ovvero scuole private o istituti non gestiti direttamente dallo Stato e che possono comunque essere pubbliche e devono garantire un livello di istruzione identico a quello delle scuole statali. Nell'Aretino, queste scuole, rappresentano il 5 per cento del totale. Con una proporzione più alta alla primaria (5,8 per cento) e alle superiori (7 per cento), e un calo alle scuole medie (1 per cento). In tutto questi istituti accolgono il 2,2 per cento degli alunni.

A rivelarlo è l’Istat, che ha raccolto i dati relativi all’anno scolastico 2014/2015 e li ha racchiusi in uno studio pubblicato nell’aprile scorso.

In Italia la regione con le scuole paritarie più numerose è la Lombardia, dove si registra anche il numero superiore di alunni.

In Toscana il numero è inferiore e ad Arezzo resta nella media regionale: gli alunni iscritti a questi istituti rappresentano il 2,2 per cento del totale. Alle primarie sono poco più di 4 bambini ogni 100, ma la percentuale scende sotto all'1 (ovvero 0,6) alle medie e sale intorno all'1,2 alle superiori. Ma da quali famiglie provengono questi ragazzi? In media in provincia di Arezzo le famiglie che iscrivono i figli alle paritarie hanno un reddito di 22mila 700 euro, quelli che invece li iscrivono alle statali (ovvero la maggior parte) un reddito medio di 17mila 600 euro. Non solo, tra gli iscritti alle paritarie il 41 per cento ha almeno un genitore laureato, contro il 22,5 per cento delle scuole statali. Nel primo caso il 67,9 per cento dei ragazzi ha entrambi i genitori che lavorano, nel secondo lavorano entrambi i genitori nel 59 per cento dei casi.

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