Scuola, prima classe a rischio. I genitori: "Dagli investimenti allo stop della burocrazia. Pronti a incatenarci"
Lettera aperta dei genitori delle famiglie della frazione: "Secondo le normative non ci sono abbastanza bambini per permettere la realizzazione della prima elementare nel plesso di Quarata. Ma gli amministratori dimenticando che spesso ci sono fratelli e sorelle nello stesso plesso, alla faccia della continuità scolastica, del benessere dei nostri figli, dell'aver investito oltre 200.000 euro negli ultimi anni per avere ad oggi una scuola perfettamente sicura e moderna"
Una scuola di paese, punto di riferimento per molte famiglie, rimodernata da poco, nella quale il Comune ha investito negli ultimi anni circa 200mila euro. Una scuola che rischia, a settembre, di non avere una prima classe elementare. E' una situazione paradossale quella che sta verificando a Quarata. Nella frazione a una manciata di chilometri dalla città, infatti, sorge un plesso con scuola dell'infanzia e scuola primaria, che "in seguito a nuove normative - spiegano i genitori - rischia di venire depotenziato". Un problema che non è isolato e che, complice il crollo delle nascite, si sta verificando anche in altre scuole delle frazioni a nord di Arezzo.
Le iscrizioni alle prime classi elementari si sono chiuse lo scorso 31 gennaio e adesso è il momento in cui vengono tirate le somme. Ma i conti sembrano non tornare. Così i genitori di Quarata hanno inviato una lettera aperta, per raccontare il loro disagio e per annunciare che sono pronti a lottare per difendere la scuola che da alcune generazioni accoglie i bimbi del paese.
Secondo le normative non ci sono abbastanza bambini per permettere la realizzazione della prima elementare nel plesso di Quarata. Ma gli amministratori dimenticando che spesso ci sono fratelli e sorelle nello stesso plesso, alla faccia della continuità scolastica, del benessere dei nostri figli, dell'aver investito oltre 200.000 euro negli ultimi anni per avere ad oggi una scuola perfettamente sicura e moderna.
Chi glielo spiega ai nostri figli, così uniti, che non sappiamo come tenerli insieme il prossimo anno? Che se chiude una classe, e piano piano una scuola, c'è sempre chi gioisce per aver risparmiato soldi e tempo.
E non ci dite che c'è stato impegno perché sappiamo tutti che non si è voluto intervenire a salvaguardia delle scuole di periferia, unici presidi di sopravvivenza delle frazioni insieme ai centri sociali.
Idee e proposte ne avevamo e ne abbiamo ancora ma nessuno ha avuto il coraggio di fermare l'emorragia che ha colpito le nostre "scuole di campagna", più grandi, più spaziose, più sane, più verdi.
Avevamo cercato più volte di dirlo, ci hanno accusato di fare del terrorismo mediatico.
Le frazioni a nord di Arezzo rimarranno senza scuole, perché si è preferito non investire su vasta scala ma favorire quelle situazioni dove c'era un evidente disimpegno (economico e organizzativo) da parte dell'amministrazione comunale.
Anche le famiglie di Quarata, come accaduto in altre realtà aretine, ad esempio alla Chiassa Superiore, quest'anno si sono impegnate per proporre iniziative extrascolastiche che permettano di offrire servizi aggiuntivi ai genitori che lavorano. E un progetto è stato stilato e approvato dall'Istituto comprensivo Vasari.
È il caso - scrivono i genitori nella missiva - della gestione dei servizi extrascolastici che sempre più vedono l'impegno in prima persona dei genitori stessi. Non è negativo sia chiaro, ma certifica la sconfitta di chi ha l'onore e l'onere di governare.
Poi il capitolo natalità:
Il tasso di natalità sempre più basso ci costringe ad una guerra tra poveri per sopravvivere, relegando il Comune a spettatore, piuttosto che soggetto propositivo e risolutivo.
È la vittoria di quegli amministratori che si preoccupano solo di accorpare, risparmiare, tagliare e fare cassa. Anche e soprattutto sulla pelle dei nostri figli, sulla scuola pubblica.
Ma noi non ci stiamo difenderemo la scuola a costo di incatenarci al cancello. E lo faremo.I Genitori dei Bambini di Quarata