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Bambini a scuola? "Servizi in estate per famiglie che lavorano e disabili. A settembre probabile turnazione"

Il Comune ha partecipato alla stesura di un documento con le proposte da inviare al Governo dove si chiedono risorse, regole condivise e che ci siano strumenti ulteriori a supporto delle famiglie

Una rete di assessorati che si occupano di scuola si è costituita all'interno di Anci e si sta confrontando in attesa delle direttive nazionali sulla gestione del sistema scolastico, del periodo estivo, del rientro a settembre. A questa ha aderito anche il Comune di Arezzo che ha così partecipato alla stesura di un documento con le proposte da inviare al Governo dove si chiedono risorse, regole condivise e che ci siano strumenti ulteriori a supporto delle famiglie.

Il Ministro Azzolina nelle ultime ore ha espresso la possibilità di rientro non totale, ma con classi spacchettate, parzialmente a casa in video lezione e parzialmente a scuola, a turni. Se questa fosse la modalità resta comunque aperto il fronte dei genitori lavoratori. Ma andiamo con ordine, perché l'avvio della fase 2 porta questo problema ai nostri giorni, senza dover attendere settembre.

Come gestire i figli a casa soprattutto nella fascia 0-12 anni? E come sopperire alla mancanza dei campi estivi?

"Innanzitutto ci siamo posti questo problema - ha spiegato Lucia Tanti, assessore al sociale e scuola - stiamo analizzando il quadro e focalizzando le categorie per le quali inderogabilmente dovranno esserci servizi a disposizione, penso ai genitori che non possono non andare al lavoro e a coloro che hanno delle disabilità. Partiremo da queste fasce di popolazione che hanno più bisogno di servizi per i bambini, probabilmente utilizzando gli spazi all'aperto delle stesse scuole, che hanno a disposizione i servizi igienici, zone ombreggiate e quindi condizioni favorevoli per l'estate, anche perché non è pensabile aprire per tutti."

Arezzo, proprio in questa ottica, annuncerà in queste ore di aderire al progetto lanciato da Borgosesia, paese del Piemonte in provincia di Vercelli, e al quale ha già aderito Firenze: aprire gli ambienti scolastici per i bambini di tutti i genitori che lavorano. 

E a settembre?

"Forse quella sarà una fase più facile da organizzare, se è vero che ci saranno degli scaglioni, dei turni, non servirà reperire altri immobili da mettere a disposizione, anche perché sarebbe un meccanismo difficile da attuare. Noi abbiamo già riparametrato le aule pochi mesi fa e quindi abbiamo una fotografia reale."

Come procederà questa fase in attesa di direttive nazionali?

"Ci siamo già mossi, in Anci, ma anche all'interno del Comune. Come ha detto il sindaco il primo tavolo operativo ci sarà martedì 5 maggio. Riguarderà l'ufficio scuola e si parlerà appunto dei due grandi temi: come si affronta l'estate e come aprire a settembre. Certo nel secondo caso molto dipende da come il ministero dell'Istruzione vorrà organizzare la didattica. Un conto è se ci saranno turni, mattina e pomeriggio, un conto se le classi saranno suddivise e si alternano nelle settimane, tra didattica a distanza in video conferenza e presenza a scuola. Di certo subito tutti insieme non è possibile a queste condizioni."

E dai sei anni in giù?

"E' una fascia di età molto più difficile da organizzare con il rispetto delle distanze sociali e delle regole di convivenza che comunque ci dovranno essere, per questo ho anche atteso e rinviato una parte della formazione dei nostri educatori, perché vorrei fosse fatta in maniera specifica sulla gestione post covid".

Chi c'è a fianco del Comune in questa progettazione?

"Dopo la prima riunione interna ci saranno tutti i protagonisti, a quella sorta di commissione che abbiamo organizato ci saranno dal dirigente scolastico provinciale a tutti i presidi degli istituti comprensivi e il privato sociale accreditato, ma anche i sindacati. Per l'estate valuteremo così gli spazi, la platea di bambini interessati e se non ci arriva il diniego dall'alto saremo pronti a dare una prima risposta. Abbiamo chiesto anche un parere ai pediatri."

In questi giorni l'assessore Tanti, in rappresentanza del Comune di Arezzo ha firmato al documento stilato insieme ad altri comuni, per la ripresa delle attività educative e scolastiche. La didattica a distanza non può infatti colmare il vuoto che si è creato e su alcune fasce di età rischia, se prolungata, di produrre maggiori "diseguaglianze, divari e un impatto negativo nello sviluppo spicosociale". Non si possono dimenticare infatti le problematiche di connessione, la mancanza di strumenti informatici, le difficoltà linquistiche e le disabilità, barriere che la scuola, vissuta dal vivo cercava di superare.

Serve urgentemente, si legge nel documento "un protocollo nazionale condiviso che regolamenti le misure di contrasto della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti educativi e scolastici rendendo possibile la ripresa dell'attività."

I comuni progettano in attesa di regole nazionali e le famiglie attendono, con un po' di speranza.

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