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Scanzi e lo scontro con Pau dei Negrita nel 2000: "Vorrei fare pace e poi c'è mio cugino, il Cile"

Il lungo post su Facebook ripercorrere quei momenti e lancia messaggi di pace, come aveva fatto già in altre interviste. Poi parla di suo cugino Il Cile: "E’ bravo, sensibile e dotato."

"Negrita, scazzi lontani, Ivan Graziani e famiglie nate per rompere le scatole (tipo la mia)" ha dato questo titolo al suo post Andrea Scanzi un paio di giorni fa quando ha deciso di riaffrontare un tema di quasi venti anni fa, ma che evidentemente non è del tutto sopito e che riguarda "scazzi" tra aretini. Il giornalista, in sostanza stroncò l'album XXX e un concerto a Firenze e Pau dei Negrita non la prese bene. Questo il racconto di Scanzi scaturito da un articolo del IlPost.it, in questi giorni di Sanremo.

"Ogni volta che riappaiono in tivù i Negrita, torna la storia di “Pau Bruni che ha aggredito Andrea Scanzi” (“picchiato” è eccessivo: mi infilò due dita negli occhi, tipo cartone animato di bassa lega). Accadde nel 2000, dopo che stroncai XXX (disco che all’epoca mi parve orrendo) e un loro concerto al Tenax di Firenze. Mi insultò prima e aggredì poi in una discotecaccia nell’aretino. Stavo pasturando malamente con una ragazza, arrivò questo tassellone e sbroccò davanti a tutti. Scena surreale. Prima Pau patteggiò nel penale, poi fu condannato in sede civile. Il Post, giorni fa, ha riassunto la vicenda più o meno con esattezza."

Il rapporto con Drigo

"Era secoli fa e l’unica cosa che mi è sempre spiaciuta - continua Scanzi nel suo post - è che quel fatto sancì la chiusura dei rapporti con Drigo, il chitarrista della band, con cui amavo parlare di blues e Stevie Ray Vaughan quando avevo vent’anni. Da qualche tempo ci siamo ritrovati ad Arezzo, andiamo pure dallo stesso parrucchiere e l’ho abbracciato il venerdì precedente alla sua partenza per Sanremo. Ci tenevo a recuperare il rapporto, è un bravo ragazzo e un grande chitarrista. Gli auguro ogni fortuna."

Fare la pace

"Più volte ho anche detto, in varie interviste, che sarei disposto a rivedere Pau per “fare la pace”. Sono passati 19 anni e nel frattempo ho vissuto mille vite: di quell’episodio lì, oggi, mi interessa un po’ meno di niente. Pau fece una cazzata, l’ha pagata, fine. Martedì scorso, a Un giorno da pecora, i conduttori mi hanno però detto che Pau (in un’intervista con loro) ha fatto capire di avercela ancora con me. Non so se sia vero: se lo è, sticazzi. Sopravvivremo entrambi con agio raro, anche senza stringerci la mano."

Il Cile

"Mi interessa di più dire qui due cose a cui tengo. La prima è che mi ha fatto molto, molto piacere vedere i Negrita suonare ieri sera (Il 7 febbraio ndr) Monna Lisa al Dopofestival. C’era pure il grande Poggipollini. Chiunque ricordi (bene) Ivan Graziani va applaudito. Nel mio piccolo, col figlio Filippo, lo faccio anch’io nello spettacolo Fuochi sulla collina.
La seconda cosa è questa: il coautore del testo della canzone che hanno portato a Sanremo è di Lorenzo “Cile” Cilembrini. E’ bravo, sensibile e dotato. Potete non crederci, ma è mio cugino. Per l’esattezza sua madre è cugina di mio padre. Lorenzo viene da una piccolissima frazione di Arezzo, Molin Nuovo, dove era nato anche Gianni Boncompagni e da cui proviene parte del ramo paterno della mia famiglia. Evidentemente, a Molin Nuovo, deve esserci qualcosa di particolarmente “ispiratore”. Forse ci è caduto un meteorite pazzo millenni fa, chi lo sa. Se ci fate caso, la canzone del “Cile” con/per gli aretinissimi Negrita è anche quella che più ha fatto incazzare Salvini e il suo staff. Evidentemente, quando hanno distribuito la predisposizione a saper rompere i coglioni, la mia famiglia era proprio in prima fila."

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