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Sanità, respinto il piano annuale della Asl. Ghinelli e Tanti alla Regione: "Arezzo torni zona distretto autonoma"

L'approvazione al piano operativo annuale proposto direttamente dalla Asl non è arrivata. Il comune di Arezzo ha rispedito al mittente tutto il documento rifiutandosi di dare il proprio consenso. Le ragioni, come sottolineato dal sindaco Ghinelli...

L'approvazione al piano operativo annuale proposto direttamente dalla Asl non è arrivata. Il comune di Arezzo ha rispedito al mittente tutto il documento rifiutandosi di dare il proprio consenso.

Le ragioni, come sottolineato dal sindaco Ghinelli e dall'assessore alla sanità Lucia Tanti sono da rintracciare come "una bocciatura alla metodologia politica che non siamo più disposti ad accettare". Insomma una presa di posizione molto forte che ha poggiato le proprie basi sulla volontà di riportare Arezzo ad essere una zona distretto autonoma.

“Sulle politiche sanitarie - spiegano il primo cittadino e l'assessore del Comune di Arezzo - è arrivato il tempo di un forte e deciso cambio di passo a partire dal fatto che non siamo più disposti ad accettare il rinvio nel ridisegno delle zone così come più volte chiesto. La zona aretina deve tornare autonoma perché ha i numeri, Casentino e Valtiberina siano unite come richiesto da quasi tutti i sindaci e ciò solo nell'interesse dei cittadini ai quali questo modello offre servizi peggiorativi. La 'zonona' imposta dalla Regione blocca il sistema e tiene insieme territori e aspettative disomogenee la cui armonizzazione è impossibile. Sappiamo che nel merito ci sono buone aperture dell'assessore Saccardi, adesso però ci aspettiamo che seguano fatti concreti. Così come ci aspettiamo che la Regione prenda atto che i Comuni sono i protagonisti delle scelte sociosanitarie e hanno il diritto ed il dovere di dare gli indirizzi e non di subirli. Per questa ragione non abbiamo approvato il lavoro della Asl che ci è stato presentato alcuni giorni fa. Sia chiaro: non è una bocciatura alla Asl, il cui lavoro dei tecnici è ineccepibile, ma è una bocciatura alla metodologia politica che non siamo più disposti ad accettare. I sindaci non sono burocrati che ratificano schede tecniche di documenti fondamentali inviati il venerdì sera per il lunedì mattina a causa di una programmazione regionale del tutto caotica. Adesso il baricentro si sposta, la Regione ne prenda atto a partire dal fatto che questo Comune non approverà né il piano operativo annuale né altro documento finché non si darà riscontro alle nostre richieste sulla zona e soprattutto fino a quando non saranno chiare le risorse che intende mettere la Regione e la Asl, le proprietà dei progetti, gli investimenti su tutto il personale e il San Donato. Entro gennaio poi renderemo note le nostre richieste in materia di risorse e strategie sanitarie e ci aspettiamo che siano considerate come prioritarie”.

Posizioni condivise in tutto e per tutto anche dal vicepresidente della commissione sanità in consiglio regionale Stefano Mugnai.

"Ad Arezzo ci sono i numeri per l’autonomia: la parola sugli assetti del sistema sanitario torni ai sindaci e ai territori dopo una riforma che ha disegnato il diritto alla salute col righello, unendo per picca zone disomogenee i cui cittadini adesso hanno servizi inadeguati. Noi da sempre avevamo preconizzato che il sistema disegnato dalla riforma voluta da Rossi e Saccardi nel 2015 – attacca Mugnai – avrebbe penalizzato soprattutto Arezzo e Grosseto, guarda caso i soli capoluoghi di provincia all’epoca amministrati dal centrodestra, poiché andava a creare zone distretto enormi accorpandone addirittura tre preesistenti. Arezzo ha i numeri per rivendicare autonomia. Chiediamo con forza che la parola torni ai territori, poiché a pagare il prezzo di scelte fatte a tavolino nel chiuso dei palazzi sono poi alla fine i cittadini in termini di servizi impoveriti, carenti, poco accessibili".

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