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Sanità, conferenza dei sindaci: perplessità sull'Area vasta. Desideri: "Ciò che è ad Arezzo non sarà portato a Siena"

Si è svolta nella sala del Consiglio Comunale di Arezzo l’ultima conferenza dei sindaci della provincia di Arezzo. A questo incontro, infatti, non ne seguiranno altri in seguito alla costituzione della nuova azienda di area vasta. Presenti il...

Si è svolta nella sala del Consiglio Comunale di Arezzo l’ultima conferenza dei sindaci della provincia di Arezzo. A questo incontro, infatti, non ne seguiranno altri in seguito alla costituzione della nuova azienda di area vasta. Presenti il presidente, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, altri sindaci aretini, il direttore generale della nuova grande azienda sanitaria Toscana sud est, Enrico Desideri, il direttore sanitario Simona Dei, il direttore amministrativo Francesco Ghelardi e il direttore dei servizi sociali Patrizia Castellucci.

È stata Branka Vujovic, direttore del governo dei processi decisionali e programmazione a illustrare i dati relativi alle performance e all’organizzazione dell’ormai ex Asl 8 e la nuova organizzazione della Asl Toscana Sud Est, in base alla legge regionale n. 84.

Poi è toccato a Enrico Desideri: “si tratta dell’ultima conferenza zonale dei sindaci in quanto la legge regionale di riforma sanitaria attribuisce, adesso, compiti e strumenti alle conferenze zonali integrate. Questo ultimo incontro ha avuto lo scopo di presentare un’analisi dei dati a disposizione sull’area vasta, una struttura di grande complessità. Si tratta, infatti, della Asl più grande in Italia, con difficoltà evidenti di collegamenti e una bassa densità in termini di popolazione. Tra i primi obiettivi che ci poniamo è che sia garantito un accesso universalistico alle cure. Deve essere assicurata la presa in cura dei pazienti qualunque siano le loro condizioni sociali. L’importante è che non si crei un allontanamento tra i sindaci, le associazioni e la direzione strategica. In questa logica avrà un ruolo fondamentale il direttore di zona del distretto. Il distretto, infatti, rappresenta, una macro struttura generale a cui affluiscono tutte le cure primarie, è il garante della continuità assistenziale tra territorio e ospedale. E per queste zone è previsto un graduale accorpamento, che dovrà tenere conto della omogeneità territoriale ed epidemiologica-abitativa. Attualmente resta la criticità delle liste di attesa: l’obiettivo è creare delle reti cliniche integrate tra ospedali. Il medico di famiglia deve avere un rapporto diretto con lo specialista dell’ospedale e deve essere lui stesso a valutare la necessità di un esame specialistico e l’urgenza con cui deve essere svolto: questo prevede la riforma. Voglio essere chiaro: non procederemo per tagli, ma configureremo correttamente le risorse per rispondere ai bisogni”. Preoccupazione è stata espressa da alcuni sindaci in merito alle grandi dimensioni della nuova Asl e sul fatto che la riforma sanitaria garantisca, effettivamente, la parità di accesso ai servizi e la riduzione dei tempi di attesa. È stato chiesto quasi alla unanimità dai sindaci alla Asl che i tempi della nuova riorganizzazione siano celeri e vengano date continue e maggiori informazioni sulla struttura e le risorse che verranno destinate alle zone distretto. “La preoccupazione di tutti – ha detto il sindaco di Cortona Francesca Basanieri – è che l’allontanamento del centro direzionale complichi i rapporti avuti fino ad ora con la governance dell’azienda. Solo dopo la definizione completa della legge n. 84 di riorganizzazione, saremo in grado di ragionare sulle zone distretto. Attendere qualche mese, prima di avviare le nuove zone, sarebbe quindi auspicabile”. Anche il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha espresso perplessità: “partendo dal presupposto che Arezzo, come ha sottolineato il direttore Desideri, ha servizi di eccellenza, continueremo ad avere certi servizi qui o sarà necessario rivolgersi ad altre realtà che fanno parte dell’area vasta? Non ho mai negato di essere contrario a questa riforma della sanità, oggi ci troviamo a doverla affrontare, la speranza è che funzioni bene. Anche se l’applicazione su un’area come quella della Toscana del sud lascia delle criticità. Serve maggiore chiarezza sulle nuove strutture per rispondere in maniera adeguata ai cittadini, da adesso non ci sarà più la conferenza provinciale dei sindaci, mi auguro però che il confronto prosegua lo stesso”. “Non verrà portato a Siena quello che è ad Arezzo, non è la logica della riforma. Gli ospedali devono avere tutti lo stesso livello di qualità per garantire la sicurezza dei cittadini. Come i sindaci, con il direttore di zona, hanno il compito di tutelare e farsi garanti della salute dei cittadini. È necessario pertanto un monitoraggio periodico dei territori, per valutare come procede la nuova organizzazione” ha risposto Desideri. Uno degli argomenti della conferenza è stata anche la chiusura del punto nascita di Bibbiena, sul quale si sono chiarite le posizioni anche in seguito alle polemiche che erano nate in occasione della firma del patto sulla salute in Casentino. “Sulla chiusura del punto nascita di Bibbiena e le conseguenze che avrà sull’ospedale di Arezzo è mancata informazione. Avevo soltanto chiesto di rinviare a questo incontro la decisione, dato che interessa un’area più ampia. Non mi esprimo sulla decisione che è stata presa dai sindaci del Casentino, ribadisco solo che era importante una maggiore condivisione di questo percorso” ha detto il sindaco Ghinelli.
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