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A Saione servono soltanto mano ferma ed espulsioni: la ricreazione deve finire

Il violento scontro tra decine di cittadini stranieri avvenuto poche sere fa a Saione con epicentro a Campo di Marte è stato un punto di non ritorno. Dove solo il pronto, e professionale, intervento delle Forze dell’ordine ha scongiurato il...

Il violento scontro tra decine di cittadini stranieri avvenuto poche sere fa a Saione con epicentro a Campo di Marte è stato un punto di non ritorno. Dove solo il pronto, e professionale, intervento delle Forze dell’ordine ha scongiurato il rischio che qualche innocente di passaggio ci andasse magari di mezzo. Tra l’altro era stata più volte segnalata la presenza di nullafacenti che bivaccavano – e bivaccano - a decine presso Campo di Marte, noto luogo di spaccio a cielo aperto. E se fosse stato passato a pettine fitto il quartiere – e Campo di marte in particolare – anche il lavoro di identificazione dei protagonisti della “serata”, che il quartiere si attende vengano tutti individuati, forse sarebbe stato facilitato. E poi bisogna essere chiari: nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine, come sempre molto apprezzato e riconosciuto con affetto dai residenti, la situazione non è ulteriormente sostenibile con i metodi seguiti sino a pochissimi giorni fa. Ed anche le iniziative alle quali finalmente assistiamo, quali i pattugliamenti serali condotti con riconosciuta professionalità e con grande soddisfazione della popolazione, devono diventare permanenti. Più in generale, è evidente che la teoria della “accoglienza diffusa”, ideologica ma non priva di aspetti funzionanti, sta mostrando in maniera non più minimizzabile i suoi gravi limiti. E tralasciamo di commentare, per amor di Patria, la voce secondo la quale che ci sarebbe spazio nel territorio per altre centinaia di migranti. In questo desolante quadro, e con i drammi terroristici che si susseguono in questi giorni in Europa, ha del miracoloso che sia approdato al Ministero degli Interni un ministro con la spina dorsale come il senatore Minniti. Un uomo serio che, dopo i disastri degli ultimi anni, sta facendo ritrovare agli italiani la sensazione di vivere in uno stato sovrano dimostrando come sia possibile ridurre in maniera significativa l’alluvione di migranti che si è abbattuto indisturbato per anni sulle nostre coste. A questo punto si apre la partita delle espulsioni, ma di quelle vere. Espulsioni di tutti coloro che non hanno il diritto di restare nel territorio nazionale. Espulsioni che devono essere effettive e non cartacee. Che dovranno prima di tutto far rispedire a tamburo battente, in via amministrativa e senza tanti complimenti, ai loro luoghi di origine le persone incompatibili con il vivere civile, a prescindere da qualsiasi stucchevole storiella strappalacrime per la quale si trovino nel nostro Paese. Ed a prescindere da qualsiasi status, o permesso, sia stato loro malauguratamente riconosciuto, o di qualsiasi altra procedura amministrativa in corso. E se le leggi attuali non fossero adeguate per queste esigenze, si cambino. L’Italia, dove ancora si molestano continuamente le famiglie e le attività con obblighi burocratici tanto più stupidi quanto più pesantemente sanzionati, non può essere un terreno di scorrerie per tutti i malviventi del mondo. E non si dica che ci sono difficoltà pratiche per i rimpatri: nelle ultime settimane si è dimostrato che quando ci sono le necessarie capacità politiche e di governo i risultati ci sono anche in relazione a cose che apparivano impossibili sino a poche ore prima. E questo anche se i tanti anni nei quali il paese è stato governato, troppo spesso, da gente con un cervello della consistenza della mollica di pane bagnata hanno lasciato postumi significativi. Come, del resto, non sarà mai possibile dimenticare come sul problema dei migranti per anni ed anni ci sia stata a livello governativo una allarmante passività – se in qualche caso anche dolosa questo dovrà essere chiarito - priva della ben che minima visione strategica. Passività ogni tanto rovinosamente inframmezzata da qualche pagliaccesca spacconata a vanvera, che ha consentito agli altri governi europei di credere che il problema dei migranti fosse solo italiano. Ma tutto questo deve appartenere al passato. E sia chiaro, quello che diciamo è anche nell’interesse delle tante famiglie, e dei tanti operatori economici, delle più disparate origini che vivono tra di noi in tranquillità e rispettati da tutti. Ed anche per il rispetto dovuto ai tanti in buona fede che hanno creduto, beata ingenuità, che l’intero sud del Mondo si poteva trasferire a piacimento in Italia senza particolari controindicazioni, o, tutt’al più, con qualche trascurabile inconveniente di dettaglio. Ed anche il giusto rigore mostrato dalla Magistratura sui gravi fatti di Saione – non si capisce perché troppo spesso presentati come bagattellari - è incoraggiante e di ottimo auspicio. Parliamoci con chiarezza: di molle, ed inconcludente, chiacchiericcio buonista e tollerantista ne è stato fatto sin troppo, con i risultati che si vedono. In conclusione a Saione servono soltanto mano ferma ed espulsioni. La ricreazione, sia chiaro, deve finire definitivamente. A Saione come in tutta Italia.

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