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Saione, il sindacato della Polizia: "Situazione segnalata dal 2014. Inascoltate le nostre proposte per rafforzare il pronto intervento"

Sui fatti di Saione e sulla situazione che sta vivendo adesso Arezzo interviene il Sindacato Autonomo di Polizia che in una nota, oltre ad una analisi di quanto sta accadendo annuncia che aveva pronto nel cassetto un progetto per rinforzare il...

Sui fatti di Saione e sulla situazione che sta vivendo adesso Arezzo interviene il Sindacato Autonomo di Polizia che in una nota, oltre ad una analisi di quanto sta accadendo annuncia che aveva pronto nel cassetto un progetto per rinforzare il pronto intervento.

"La situazione attuale della nostra città, per quanto attiene al fenomeno migratorio ed ai problemi conseguenti, non è solo figlia di scelte locali esiste, purtroppo, una tragica inerzia di carattere nazionale della quale i cittadini di tutta Italia sono costretti a patire. Le disgraziate scelte governative degli ultimi dieci anni,

hanno anche causato una grave carenza di personale che affligge tutti i corpi di Polizia, senza contare la senescenza dei dipendenti rimasti.

A fronte di questa innegabile premessa, il S.A.P. ricorda di aver segnalato con ripetute denunce - a partire dal 2014 - la difficile gestione dei servizi di prevenzione e repressione dei reati con le forze in campo a livello locale. Non solo, il Sindacato Autonomo di Polizia ha dimostrato la propria indole propositiva ai vari Prefetti che si sono susseguiti, chiedendo una profonda riorganizzazione dei servizi di vigilanza, nonché la chiusura di inutili presidi al fine di potenziare il "pronto intervento", con il duplice risultato di garantire un migliore servizio alla cittadinanza e di far operare in maggiore sicurezza il personale addetto.

Tali istanze sono rimaste inascoltate e l'attuale Prefetto non ha ritenuto opportuno ricevere una delegazione del S.A.P. che intendeva illustrare nel dettaglio le proprie idee per recuperare personale. Evidentemente la dottoressa Vaccaro ha dimenticato i propositi iniziali, quando definiva la Prefettura come un grande tavolo al quale far pervenire, con propositi risolutivi, i problemi di tutta la Provincia di Arezzo.

"Alla luce di quanto accaduto - conclude il Sap - appare chiaro come, invece, la Prefettura sia un palazzo a numero chiuso, dove accedono rappresentanti istituzionali che non hanno la volontà di confrontarsi con chi produce sicurezza quotidianamente. I risultati di questo atteggiamento sono sotto gli occhi di tutti ed i servizi "straordinari" programmati dopo il 13 agosto, costituiscono l'ennesima dimostrazione che senza il concorso di chi lavora su strada, non si produce niente di positivo per Arezzo".

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