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Saione, il contributo di una lettrice

Lettera di una nostra lettrice su Saione. Non sono una giornalista né ho la pretesa di esserlo. Sono semplicemente una persona, che come tante altre, aveva il sogno di crescere in un mondo migliore. Arezzo non è una metropoli, e per quanto...

Lettera di una nostra lettrice su Saione.

Non sono una giornalista né ho la pretesa di esserlo. Sono semplicemente una persona, che come tante altre, aveva il sogno di crescere in un mondo migliore.

Arezzo non è una metropoli, e per quanto "grande" possa essere, ognuno di noi sa tutto di tutti, ognuno di noi conosce tutti, o quasi, e sa benissimo che situazione siamo costretti a vivere. Abito in una zona, che fino a pochi anni fa, era una delle migliori in cui si potesse abitare, comoda, a cinque minuti a piedi dai portici.

Negli ultimi anni ho visto di tutto e di più, cose che forse giusto se stavo nel Bronx potevo vedere.

Ho visto persone vomitarsi addosso alle 4 del pomeriggio stese per terra, droga buttata sui tetti e pompieri che cercano di recuperarla. Ho visto ragazzi in overdose per aver ingerito la droga che cercavano di nascondere alla polizia. Ho visto fumare canne, spinelli, farsi in vena alla luce del sole, e non importa se sta passando la polizia o un bambino di tre anni. Ho visto vendere documenti falsi in piena via Vittorio Veneto. Ho visto spacciare davanti a famiglie e passarsi la droga come se fosse acqua. Ho visto pisciare e cacare in pieno giorno, in mezzo alla strada, senza che i responsabili si preoccupassero di "nascondersi", ma si vede che non esiste più nemmeno la dignità. E ho dovuto vedere anche cose peggiori, inutili da spiegare, perché quando hai a che fare con persone senza scrupoli, quanto precedentemente elencato, è soltanto un briciolo di tutto quello che avviene.

Credo profondamente nella libertà, e sosterrò fino alla morte che ognuno di noi è libero di agire come meglio crede, come vuole, come si sente. Ma è anche vero che la libertà spaventa quando è troppa, e se date persone non sanno gestire uno dei più grandi "doni" che abbiamo, per nostra fortuna perché c'è chi non può avere nemmeno quella, allora in quel momento qualcuno deve fare qualcosa.

Non penso che posso essere io a cambiare quello che vedo, non sono un supereroe e non ho nemmeno la bacchetta magica, ma non posso nemmeno avere paura di uscire per andare a prendermi un caffè alle tre del pomeriggio perché la gente si accoltella sotto casa mia.

Non posso e non voglio avere paura di fare la mia vita, perché come ho detto, credo profondamente nella libertà, nella mia libertà, e quando questa viene limitata, ostacolata, allora c'è qualcosa che non va.

Non prendiamoci in giro. Quando venite a dirci che a Saione è tutto normale, è solo perché non la vivete quotidianamente. Quando dite che state prendendo provvedimenti, non prendeteci in giro, visto che già due gruppi di persone fidate che conosco vi hanno proposto attività da fare per recuperare la situazione, e non possono essere fatte con il sostegno del comune. Non prendetemi in giro quando mi dite che io devo fare la mia vita normalmente quando vengo minacciata, seguita, quando sono costretta a fuggire via di corsa mentre sto tornando a casa perché più di una volta persone mi hanno impedito di entrare a casa mia, con lo scopo di fare cosa? Non c'è neanche bisogno di dirlo, se siete intelligenti siete in grado di capirlo. Non prendetemi in giro quando mi dite che è tutto nella norma e che ogni giorno passano pattuglie a controllare, perché io questo posto me lo vivo da tanti anni, e se fare i controlli significa guardare fuori dal finestrino della macchina o chiudere un kebabbaro, allora siete fuori strada. Volete fare controlli? Partite da via Piave e via Monte Grappa e divertitevi pure a fare i controlli.

Ieri sera mentre tornavo a casa ho trovato uno steso per terra a faccia in giù, senza niente sotto, scalzo, con la gente che passava e tranne un signore, se ne sono infischiati tutti. Sono rimasta cinque minuti a fissarlo cercando di capire quello che dovevo fare, se mi dovevo avvicinare, se dovevo chiamare il 118. Poi ho scoperto che le persone possono rifiutare l'ambulanza anche senza che questa venga a controllare come sta la suddetta persona. Avete ragione, è meglio mandare al giro una persona che non sai di cosa si è fatta e che non sai cosa può fare, avete ragione, è meglio fare così piuttosto che fargli passare una notte in ospedale per permettergli di riprendersi e fargli capire che ha sbagliato. È meglio trovare la gente morta in overdose al pionta o dentro le macchine piuttosto che intervenire.

La cosa veramente triste è che questa sia diventata la normalità, quando invece dovremmo stupirci di vedere certe scene.

Qualche anno fa un film ripeteva "il mondo è nostro", visto che è così facciamo qualcosa per riprendercelo e per renderlo davvero nostro.

Non sto scrivendo per ottenere qualcosa in particolare. Sto scrivendo perché spero che qualcuno possa pubblicare quello che ho scritto, così che qualcun altro, riflettendo, decida che non è questo il mondo in cui vuole vivere.

Grazie dell'attenzione. Gaia
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