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Fondi Pnrr per le chiese aretine. L'appello di Renzi: "La pieve di San Pancrazio non sia esclusa"

La richiesta di intervento è stata rivolta direttamente alla Diocesi a seguito dell'annuncio riguardante l'arrivo di fondi per la riqualificazione di alcuni immobili religiosi del territorio

“Siamo ancora in tempo ad interessarsi della pieve di San Pancrazio?”. La domanda arriva da Sestino per voce di Giancarlo Renzi, attivo cittadino del comune sestinese, che in seguito all’annuncio dell'arrivo di fondi per la riqualificazione di sette chiese della provincia, sollecita la Diocesi affinché si faccia carico di intervenire anche sull’immobile presente nel capoluogo valtiberino. “L’arcivescovo Riccardo Fontana - spiega Renzi - ha dato conto di un cospicuo finanziamento per 7 chiese del territorio diocesano per un totale di 4.590.000 di euro concessi dal Ministero con decreto n. 455 del 7 giugno 2022 (Pnrr-Ministero  della Cultura). Se ciò mi rallegra sinceramente, lo sconcerto nasce dal fatto che non compare - tra gli edifici sacri finanziati – nemmeno un “sestino” per la millenaria pieve di San Pancrazio”.

La struttura, come spiega Renzi, ha un impellente bisogno di interventi di riqualificazione. “Basta  entrare in chiesa per accorgersi della situazione - continua - E basta ricordare che un progetto era stato predisposto da più enti già nel 2011. Si è appena smorzato il festoso cinquecentenario della  creazione  del “Piviere Nullius  Diocesis” di  Sestino, ricorrenza che avrebbe indubbiamente  favorito una richiesta di finanziamenti. Personalmente mi stupisce che anche questo appuntamento con la storia locale sia passato senza essere valorizzato in maniera complessiva. Conosco quanto nel tempo è stato fatto ma anche quanto ancora resta da fare. Penso che la Diocesi non si sia resa conto della situazione sulla stabilità e il decoro della pieve. Siamo ancora in tempo ad interessarsi di San Pancrazio? Spero proprio di sì. Mi piacerebbe vedere una “comunità di intenti”, che sarebbe un segno vero di politiche concrete: leggere la storia dei nostri avi ci fa capire come essi siano sempre stati tra i primi attori per il bene delle loro chiese e del loro paese. Spirituale ed economico”.

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