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Riforma Province: cento dipendenti aretini trasferiti a Firenze. Pitti: "2016 anno di assestamento"

Gennaio 2016. Sarà questo il termine ultimo entro il quale 98 dipendenti e due dirigenti della Provincia di Arezzo entreranno in forza alla Regione Toscana. Eccoli qua i primi effetti del riordino dell’ente provinciale. Le cifre sono quelle che...

Gennaio 2016. Sarà questo il termine ultimo entro il quale 98 dipendenti e due dirigenti della Provincia di Arezzo entreranno in forza alla Regione Toscana.

Eccoli qua i primi effetti del riordino dell’ente provinciale. Le cifre sono quelle che sono stare rese note recentemente dall’assessore regionale Vittorio Bugli il quale ha affrontato nel dettaglio la questione riguardante le dieci Provincie toscane.

Un cambiamento che seguirà altre importanti scelte che verranno rese operative nei prossimi mesi. L'unico elemento che, in questo primo step rimarrà invariato è quello che riguarda l’inquadramento contrattuale e il compenso mensile dei dipendenti trasferiti i quali, come previsto dalla legge Delrio, non subiranno modifiche fino al prossimo rinnovo.

Dunque, in 100 hanno già la valigia pronta. Da definire però c’è anche il futuro degli agenti della Polizia Provinciale e del personale del Centro per l’Impiego e di quelli del Cinpa (agenzia che gestisce il servizio). In tutto si parla di circa altri cento lavoratori (10 agenti più due amministrativi della polizia provinciale, 43 dipendenti provinciali del centro per l’impiego e 50 del Cinpa).

“Per quanto riguarda la Polizia Provinciale – spiega Gino Pitti, rappresentante sindacale dei lavoratori dell’ente – entro il 31 ottobre dovrà essere definito che tipo di ruolo avrà e dove resterà. Le possibilità, stando a quanto previsto dalla legge, sono varie. Gli agenti potrebbero restare all’interno della Provincia qualora vengano definite delle specifiche mansioni per sicurezza stradale e viabilità. Altra eventualità è quella di essere accolti in Regione oppure, in ultimo, potrebbero venire assorbiti all’interno dei vari comparti di Polizia Municipale in servizio nei 39 Comuni dell’Aretino”.

Altrettanto incerta è la situazione che coinvolge direttamente Centri per l'Impiego e Cinpa.

rsu-provincia2“Il tutto sarà definito entro la fine dell’anno – sottolinea Pitti – C’è da comprendere se ci sarà o meno la volontà di una gestione diretta da parte della Regione Toscana dei centri per l’impiego. La possibilità che ad oggi viene paventata a più riprese è che 1/3 del personale venga preso in carico dello Stato e i rimanenti due terzi dalla Regione. Vedremo a breve perché entro il 2015 dovrà essere definito tutto”.

“Il 2016 – prosegue Gino Pitti – sarà un anno di assestamento per la Provincia di Arezzo. Dobbiamo capire in quale modalità l’ente deve proseguire il proprio lavoro. La domanda che ci poniamo da tempo è: 'come si vuole far funzionare questo organismo?'. A nostro avviso serve una seria riflessione da parte dei sindaci su questo punto. Una riflessione che deve partire anche da un ricalcolo adeguato delle risorse necessarie al mantenimento e svolgimento delle funzioni ad oggi deputate alla Provincia”. Già perché il problema economico non è mai stata questione di poco conto. Come ampiamente sottolineato a più riprese dai lavoratori e dalla stessa amministrazione provinciale, le risorse per mantenere i servizi efficienti sono state sensibilmente ridotte. “Non solo – prosegue Pitti – la frammentazione che si è creata con il riordino dell’ente lo ha reso meno efficiente. Le modifiche apportate recentemente dal Senato alla legge sugli enti locali permetteranno di approvare il bilancio 2015. Questo perché lo Stato si è reso conto che quanto richiesto nella riforma era impossibile da applicare lasciando invariati servizi e risorse. Da qui le modifiche che permettono di tirare un sospiro di sollievo. Ma i problemi torneranno a farsi sentire per quello del 2016. La Provincia deve fare un ricalcolo delle risorse che servono. Noi abbiamo stimato, così coma abbiamo presentato anche all’Upi, che siano necessari circa 20 milioni di euro. Al momento questa cifra non si avvicina neanche lontanamente alle disponibilità dell’ente”.

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