"Mesi senza stipendio, ma ora si intravede la luce in fondo al tunnel". Prime diffide di pagamento per chi gestiva la rsa
Sono circa 30 i dipendenti che hanno prestato servizio alla Rsa Maestrini e che poi si sono rivolti all'ispettorato del lavoro. Per loro ora l'ultima tappa del percorso. Cgil: "Ufficio vertenze pronto a rivolgersi direttamente alla Asl"
La luce in fondo al tunnel inizia a intravedersi. Per circa trenta operatori sanitari che hanno lavorato presso la Rsa Maestrini durante il periodo di gestione Reses (che si era a sua volta affidata alla cooperativa Il Corso) l'attesa per gli stipendi arretrati potrebbe concludersi. Si tratta di una vicenda complessa esplosa con lo scandalo Reses e che va avanti da mesi, durante i quali molti dei dipendenti hanno continuato a svolgere le proprie mansioni presso la stessa struttura con grande professionalità, nonostante le difficoltà quotidiane. Quasi tutti infatti devono ancora percepire gli stipendi dei mesi di giugno, luglio e agosto (compreso il tfr, visto l'inizio di una nuova gestione a partire dalla fine dell'estate). Nei giorni scorsi la prima buona notizia: al termine di una serie di accertamenti, è arrivata la diffida di pagamento dell'Ispettorato del lavoro.
Adesso ci sono due strade per i dipendenti: affidarsi a un legale oppure ai sindacati per riprendersi quanto gli spetta.
"Gli ultimi mesi sono stati davvero intensi - spiega Alessandra Ricciarini della Cgil che ricostruisce la vicenda -. L'appalto tra Asl e Reses si è concluso il 17 luglio. Il 18 è subentrata Koiné. Durante il periodo di gestione la Asl pagava la Reses che a sua volta girava i soldi con i quali pagare gli stipendi alla cooperativa il Corso". Ad un certo punto però il meccanismo si è inceppato. E l'intera situazione è andata a gravare sui lavoratori.
"Le trattative non sono state facili - spiega Ricciarini - abbiamo chiesto più incontri con tutte le parti in causa e assistito ad una sorta di ping pong per scaricare le responsabilità. Alla fine è arrivata questa diffida, alla quale il nostro ufficio vertenze sta già lavorando. L'obiettivo adesso è quello di riuscire a far recuperare a questi operatori sanitari più soldi possibili. Con un decreto ingiuntivo sarebbe stato troppo rischioso: i lavoratori avrebbero perso molti soldi. Adesso stiamo valutando di rivolgerci direttamente alla Asl, che aveva anche il compito di vigilare sull'appalto".
E poi un pensiero per i lavoratori: "Sempre professionali malgrado tutto quello che hanno vissuto in quegli anni. Il loro contributo è stato veramente valido e sempre di alto profilo".