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Prevenire la radicalizzazione religiosa al lavoro o nei quartieri. Ad Arezzo i corsi di formazione universitari

Sono destinati a professionisti delle forze dell'ordine, della sanità e dei carceri

Quasi un milione di euro per supportare l’integrazione e prevenire i processi di radicalizzazione religiosa, attraverso corsi di formazione e ricerca. Questa l'innovativa attività in partenza al dipartimento di scienze della formazione e della comunicazione interlocutare di Arezzo dell'Università di Siena,  in partnership con le Università marocchine Al Quarayouine di Fez e Al Akhawayn di Ifrane e l’Università per Stranieri di Siena.

"Si parte da un dato di fatto, di una società dove aumentano i contesti ad alta densità multiculturale e questo tipo di formazione serve a diffondere conoscenze, a prevenire la formazione di radicalizzazioni" spiega la professoressa Loretta Fabbri.

Chi sono i destinatari? Professionisti del mondo della sanità, delle forze dell'ordine, delle carceri che hanno bisogno di strumenti di conoscenza per gestire situaizoni di multiculturalità. 

"Addirittura sono stati gli amministratori di condominio a dirci che potrebbero avere bisogno di questo tipo di formazione, così come le aziende, soprattutto nel Nord Italia dove ci sono da gestire gli orari di preghiera oppure il periodo del Ramadam."

Il progetto nel dettaglio

Il progetto prevede l’organizzazione di un master sul management della diversità culturale negli ambienti di lavoro, nei contesti socio-educativi e socio-sanitari, corsi di formazione sulla sicurezza e i processi di radicalizzazione in carcere e su Internet, corsi di lingua e cultura italiana per stranieri. Sarà inoltre rafforzato il curriculum “Sociale e mediazione” del Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione che ha sede ad Arezzo, con insegnamenti sull’inclusione culturale e sulle metodologie di prevenzione della radicalizzazione, che potranno fornire agli educatori competenze specifiche per lavorare in contesti ad alta densità multiculturale. I corsi, gratuiti, sono rivolti a studenti universitari, educatori sociali e socio-sanitari, forze dell’ordine, operatori penitenziari, imprenditori e manager di organizzazioni non profit. Saranno attivate oltre 60 borse di studio, di mobilità internazionale per studenti e docenti e per la partecipazione al master.

«E’ una grande soddisfazione per l’Ateneo – ha detto il rettore Francesco Frati - che il Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale di Arezzo si sia aggiudicato questo importante finanziamento ministeriale, in collaborazione con l'Università per Stranieri di Siena. Un fatto che testimonia l’attenzione dell’Ateneo alle attuali emergenze sociali – come l’integrazione fra culture differenti, la gestione della multiculturalità e l’internazionalizzazione - alle quali cercheremo di dare risposte attraverso il nostro impegno didattico e scientifico».

Alle attività formative si accompagnerà un progetto di ricerca supportato da un team internazionale multidisciplinare di professori, ricercatori e studenti. «Cercheremo di rispondere ad alcune domande – ha spiegato la professoressa Loretta Fabbri – . Solo per fare un esempio, come crescono le trame della radicalizzazione delle opinioni nei contesti ad alto tasso di multiculturalizzazione? Oppure, chi sono i portatori della radicalizzazione in società nelle quali la visibilità dei simboli religiosi di alcune minoranze scatena le passioni?».

Tutte le informazioni sulle attività del progetto sono in corso di pubblicazione nel sito dell'Ateneo www.unisi.it.

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