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Province: è stato di agitazione. Fondi col contagocce per gli Enti di secondo livello, lavoratori in piazza

Scenderanno in piazza e lo faranno chiedendo a la possibilità di avere i fondi necessari per espletare i propri compiti e garantire servizi al cittadino. La triste situazione finanziaria delle Province italiane dopo la riforma Delrio è sotto gli...

Scenderanno in piazza e lo faranno chiedendo a la possibilità di avere i fondi necessari per espletare i propri compiti e garantire servizi al cittadino.

La triste situazione finanziaria delle Province italiane dopo la riforma Delrio è sotto gli occhi di tutti. In più di una occasione, anche dal palazzo di piazza della Libertà, è stata sottolineata l'impossibilità per l'ente di provvedere all'espletamento delle proprie funzioni a causa di fondi sempre più risicati.

E' bene infatti ricordare che, tra le competenze più pesanti ed importanti ancora in carico alla Provincia ci sono l'edilizia scolastica e la manutenzione stradale degli oltre 1.300 chilometri di strade dell'Aretino.

E i fondi?

Troppo pochi per garantire un bilancio saldo, il pagamento di tutti gli stipendi dei lavoratori e la progettazione per lavori e attività di pubblica utilità. Insufficienti anche con la giunta (circa 110 milioni di euro da ripartire per tutti gli enti provinciali della nazione) che arriverà nei prossimi mesi e che dovrà essere impiegati nei vari territori di competenza. E' su queste basi che fonda l'ultima iniziativa dei sindacati che, per la giornata di domani, hanno indetto una protesta di fronte a tutte la prefetture d'Italia.

Arezzo non farà eccezione.

Cgil, Cisl e Uil, hanno infatti preannunciato di proclamare ufficialmente lo stato di agitazione sindacale. Di seguito la nota dei rappresentanti dei lavoratori.

"Il decreto 50/2017 doveva essere l'occasione per mettere province e città metropolitane nelle condizioni di poter finanziare i servizi fondamentali dopo i numerosi tagli che si sono susseguiti negli ultimi anni, anche alla luce dell'esito del Referendum sulla riforma costituzionale dello scorso 4 dicembre. Lo stanziamento dei 110 milioni di euro a fronte dei 650 milioni necessari certificati da SOSE, comporterà in alcuni casi il protrarsi di situazioni insostenibili sul versante del mantenimento dei servizi, in altri non basterà ad evitare il dissesto degli Enti. Per tali ragioni riteniamo fondamentale riprendere la nostra azione di pressione nei confronti di tutte le istituzioni e dei gruppi parlamentari per incrementare le cifre stanziate. Per questo abbiamo proclamato lo stato d'agitazione di tutto il personale di province e città metropolitane con l’obiettivo di modificare il testo, in modo particolare, in merito alle necessarie garanzie sul mantenimento dei servizi ed a modificare l’ammontare delle risorse stanziate. Non si può ,inoltre, sottacere la gravissima situazione di alcuni enti in dissesto, a partire da Vibo Valentia, Biella e Caserta e la necessità di estendere le norme sullo sblocco del turn-over anche a Province e Città Metropolitane. Non a caso, stiamo preparando degli emendamenti ad hoc, da inviare a tutti i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato e a richiedere specifici incontri con rappresentanti istituzionali, come da note allegate. Vi invitiamo pertanto a costruire un percorso di iniziative a sostegno delle nostre rivendicazioni attraverso l’indizione di assemblee in tutti i posti di lavoro, conferenze stampa, incontri con i politici eletti in sede locale e un presidio dinanzi alle sedi istituzionali (Prefetture, Provincie, Regioni etc.) da tenersi, ove possibile, in contemporanea nella giornata del 23 maggio e comunque prima del 29 maggio, data di discussione finale del provvedimento alla Camera".

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