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Donne Cgil: "Toscana inadempiente sulla pillola abortiva e troppi medici obiettori"

Così martedì 18 gennaio ci sarà un presidio di protesta a Firenze in piazza Duomo dalle ore 15 alle 18 con il coordinamento donne Cgil, coordinamento 194, Libere Tutte – Firenze, Laboratorio per la Laicità, Il Giardino dei Ciliegi, Non Una di Meno. Aderisce anche la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn

Territori senza accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) per i troppi sanitari obiettori, mancata applicazione delle linee guida sull’aborto farmacologico nei consultori, mancata formazione del personale, mancato ritiro dei finanziamenti a sigle antiabortiste, mancata somministrazione delle pillole abortive in accesso unico. Su questi temi alza la voce la Cgil Toscna che denuncia: “Regione Toscana inadempiente sulla Legge 194”. Così martedì 18 gennaio ci sarà un presidio di protesta a Firenze in piazza Duomo dalle ore 15 alle 18 con il coordinamento donne Cgil, coordinamento 194, Libere Tutte – Firenze, Laboratorio per la Laicità, Il Giardino dei Ciliegi, Non Una di Meno. Aderisce anche la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.

“Interruzione volontaria di gravidanza, la salute non è solo assenza di Covid”, attacca Barbara Orlandi, del coordinamento donne Cgil Toscana.

"Siamo all’avvio del terzo anno dentro l’emergenza Covid - spiega - difficile comprendere come ancora si parli di emergenza dopo tanto tempo e sembrerebbe scontato aver approntato misure di cura e di contrasto che non dovrebbero più considerarsi emergenziali. Ma così non è. Il quadro generale mondiale è allarmato dalla pandemia ed anche i massimi esperti prospettano ipotesi contrastanti: durerà 10 anni, si dissolverà gradualmente nell’arco di breve tempo, faremo frequenti richiami vaccinali, eccetera. Allora, nel quadro di assoluta incertezza scientifica e annaspamento sanitario, è opportuno guardare anche alla vita reale, a quella che non fa sparire malattie mortali, a quella che prevede una prevenzione e cura della salute, a quella che dovrebbe prevedere l’attenzione alla medica di genere che da anni si enuncia e mai si è praticata. Quindi, tocca sempre a noi occuparsi e preoccuparsi dei corpi delle donne. Tocca denunciare e affrontare il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza che riguarda soprattutto leistituzioni regionali, titolari dell’applicazione delle norme e dei monitoraggi applicativi.
La Regione Toscana si dimostra inadempiente sull’applicazione delle linee guida del Ministero della Salute (agosto 2020) riguardo alla somministrazione della RU486 (farmaco abortivo) presso strutture pubbliche ambulatoriali e consultori adeguatamente attrezzati; non ha monitorato il numero dei medici obiettori fino ad escludere intere strutture dalla pratica dell’ Ivg non ha saputo tutelare i medici non obiettori costringendoli all’unico servizio abortivo e relegandoli a funzioni tali da non prevederne crescita professionale; e non ha aggiornato, come altre Regioni, la somministrazione della pillola abortiva in un unico accesso (modalità che può essere scelta, senza esclude le prassi già consolidate). Dobbiamo farci carico di una inspiegabile involuzione di una Regione che si era dimostrata attenta e lungimirante, tanto da immettere l’uso della RU486 primi in Italia e poi rovinosamente rimasta arretrata e incurante anche delle richieste che si sono avanzate ripetutamente da parte di tante Associazione di Donne che nel tempo hanno collaborato fattivamente. Resta quindi doveroso, da parte nostra, tutelare la salute e i diritti delle donne e denunciare le inadempienze della Regione Toscana. Il presidio di protesta del 18 gennaio, dalle 15 in piazza Duomo a Firenze davanti alla sede della Regione Toscana, vuole richiamare e pretendere attenzione".

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