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Protesta davanti alle Poste di via Guido Monaco da lunedì a mercoledì

Saranno giorni caldi il 3, 4 e 5 aprile per Poste Italiane in quanto la SLP-CISL e la SLC-CGIL di Arezzo intendono sensibilizzare la cittadinanza di Arezzo sulle problematiche inerenti Poste Italiane ultima Azienda Paese Italiana. In questi giorni...

Saranno giorni caldi il 3, 4 e 5 aprile per Poste Italiane in quanto la SLP-CISL e la SLC-CGIL di Arezzo intendono sensibilizzare la cittadinanza di Arezzo sulle problematiche inerenti Poste Italiane ultima Azienda Paese Italiana. In questi giorni si effettueranno una serie di presidi davanti alla filiale di via Guido Monaco dalle 9 alle 12.

Questa forma di protesta - si legge nella nota dei sindacati - l’ennesima, è stata organizzata perché tutte le decisioni, politiche e di mercato, che riguardano poste italiane riguardano, inevitabilmente, i cittadini anche di Arezzo e Provincia. La decisione del Governo di proseguire nel processo di totale privatizzazione del Gruppo poste, fanno sapere dalla CGIL e CISL di Arezzo, eliminando completamente il controllo pubblico mette fortemente a rischio la funzione sociale e la sua presenza anche nei centri più periferici e marginali, dove l’azienda è ancora percepita come un presidio istituzionale, un grande asset infrastrutturale al servizio della collettività e del tessuto imprenditoriale della nostra economia.

Tutto questo è a rischio, unitamente alla garanzia dello stato sui prodotti finanziari che sino ad oggi, pur con redimenti minimi, ha sempre protetto i risparmi degli italiani.

Vogliono trasformare Poste italiane, proseguono ancora i rappresentanti sindacali di CGIL e CISL, in una vera e propria banca con il pericolo di introduzione di quelle dinamiche di rischio speculazione che tanti danni hanno prodotto alle economie di imprese e di interi nuclei familiari.

Come non puntare il dito sul recapito che, con l’introduzione dei giorni alterni, sta provocando un grave disservizio ai cittadini oltre a mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro.

Ormai l'azienda postale non mostra più alcun interesse sul servizio universale, che è obbligata ancora a garantire attraverso i propri centri di recapito, sia per le sovvenzioni che riceve dallo stato, sia in ossequio all'osservanza di un diritto di cittadinanza ancora in essere in favore dell'intera collettività.

A rischio, cosa non trascurabile concludono CGIL e CISL, sono centinaia di posti di lavoro con la prevista chiusura del C.m.p. di Firenze, nodo centrale nello smistamento della corrispondenza.

Tutto questo con l'unico obiettivo di fare cassa per abbattere in modo insignificante il debito pubblico; solo per questo lo stato vende "i gioielli di famiglia" privando di servizi i cittadini e privando del lavoro tantissimi dipendenti.
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