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Proroga Nuove Acque, dall'azienda "No comment" e Ghinelli ribadisce: "Necessario passaggio in consiglio comunale"

Nessun commento da parte dell'azienda che gestisce il servizio idrico circa eventuali ripensamenti, cautele o valutazioni. Di fatto, se Nuove Acque voglia prendere tempo per decidere sull'affaire "proroga" non è né confermato ma neppure smentito...

Nessun commento da parte dell'azienda che gestisce il servizio idrico circa eventuali ripensamenti, cautele o valutazioni.

Di fatto, se Nuove Acque voglia prendere tempo per decidere sull'affaire "proroga" non è né confermato ma neppure smentito. Dalla partecipata infatti silenzio più totale e massima riservatezza su un'eventuale indecisione circa la possibilità di accettare o meno la proroga.

Negli scorsi giorni, come noto, il dibattito politico politico si è letteralmente scatenato in merito alla questione della proposta di proroga accordata a Nuove Acque dalla conferenza dei sindaci dell'Aretino. Una scelta che, tra gli altri, ha visto il parere contrario del Comune di Arezzo.

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Dopo il nulla osta ricevuto lo scorso giovedì dall'assemblea dei sindaci, l'azienda deve confermare (o meno) la propria volontà a procedere con il rinnovo, il che significa che in caso di un'ipotetica marcia indietro, l'assise territoriale dovrebbe procedere alla sospensione della deliberazione riguardante la proroga.

Incertezze e titubanze, quelle dell'azienda, che attendono una conferma pubblica.

"Prendo atto - spiega il sindaco Alessandro Ghinelli in una nota - di una sostanziale frenata da parte di Nuove Acque circa la proroga che è stata approvata alcuni giorni fa in sede di AIT. Di questo mi rallegro, se pur tiepidamente, perché la sostanza delle cose di fatto non cambia, a meno che non arrivi una comunicazione formale da parte del gestore di ritiro della proroga così da attivare immediatamente la procedura necessaria alla immediata sospensione della deliberazione presa da alcuni sindaci in maniera affrettata e con dei profili di legittimità ampiamente incerti. La posizione del Comune di Arezzo rimane quindi ferma a partire dal primo elemento che considero centrale in tutta questa vicenda, e cioè quello di un necessario passaggio in consiglio comunale al fine di registrare in maniera inequivocabile la posizione di tutti gli eletti nel rispetto della rappresentanza piena dei cittadini, i primi a dover essere considerati ogni qualvolta, come in questo caso, si toccano servizi essenziali. Colgo l'occasione – continua Ghinelli - per ringraziare coloro i quali, dai soggetti politici alle realtà associative, dai gruppi consiliari alle categorie economiche fino ai singoli cittadini, hanno condiviso la posizione mia e del Comune di Arezzo e conto molto ancora sul loro supporto. Credo che da parte nostra sia stato aperto un varco forte, stigmatizzando l'impossibilità, nella forma e nella sostanza, di poter avallare ciò che è successo in sede di AIT, e sono convinto che questa mano tesa da parte di Nuove Acque, ancorché informale, sia il risultato di una levata di scudi che ha segnato un discrimine forte tra coloro i quali hanno messo al centro i diritti dei cittadini - di tutti -, e coloro i quali hanno seguito una corrente che certo non ha tenuto in debito conto aspetti fondamentali come il diritto delle assemblee elettive ad esprimersi nell'interesse unico del territorio rappresentato. La posizione di Nuove Acque consolida la mia posizione, e oggi con più forza ribadisco che in tema di gestione di servizio idrico il punto essenziale è un cambio di passo complessivo che avrà bisogno di moltissimi approfondimenti per i quali è necessario quel tempo che alcuni avrebbero voluto sottrarre al confronto. Il tema non è la proroga, il tema è il servizio, le sue modalità, i suoi costi, la sua equità, la sua efficienza e il ruolo dei Comuni, che fino ad oggi proprio questa sistema aveva di fatto espropriato. La centralità che oggi abbiamo ripreso è il punto di partenza e non il punto di arrivo: solo su queste basi si può iniziare un qualunque dialogo, per il quale sono fondamentali il preventivo annullamento formale di ciò che si è fatto fino qui e l'insindacabile giudizio dei Consigli comunali".

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