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Professionisti: le novità su maternità, congedi parentali e oneri contributivi

Professionisti: quali novità dal Jobs Act dopo che la Commissione Lavoro del Senato ha concluso l’esame del disegno di legge? CNA Professioni farà il punto della situazione giovedì 10 novembre, alle ore 18, con il Senatore Pietro Ichino, docente...

Professionisti: quali novità dal Jobs Act dopo che la Commissione Lavoro del Senato ha concluso l’esame del disegno di legge?

CNA Professioni farà il punto della situazione giovedì 10 novembre, alle ore 18, con il Senatore Pietro Ichino, docente di Diritto del lavoro e membro della XI Commissione lavoro del Senato.

Al centro dell'iniziativa, il confronto sulle ultime novità contenute nel disegno di legge sul lavoro autonomo, i provvedimenti già inseriti nella Legge di stabilità 2016 e nella Legge di Bilancio 2017. Tutte novità, tra cui molte ancora in discussione, che interessano professionisti, free lance e partite Iva.

"Tra i nuovi elementi ancora in discussione - ricorda Emanuela Mazzoni, Presidente di CNA Professioni Arezzo - ci sono la deducibilità dei costi di aggiornamento professionale e l’individuazione di maggiori garanzie per malattie, congedo parentale e maternità. Tra le misure già inserite invece troviamo il blocco strutturale e l’abbassamento dell’aliquota INPS al 25 %. La volontà che stiamo perseguendo è quella di trasformare la Gestione Separata in una gestione previdenziale specifica, dedicata a tutte le professioni non ordinistiche”.

I professionisti non ordinisti, tra il 2009 e il 2015 sono aumentati quasi del 28 per cento contro un calo dell’occupazione che negli stessi anni ha raggiunto il 2,7 per cento. Posseggono, di regola, un solido curriculum di studi e formazione con pochi eguali. Quasi il 54 per cento di loro è laureato, con punte del 60 per cento tra i counselor relazionali, l’88 per cento nell’attività di arti-terapeuta e il 98 per cento tra i chinesiologi.

Quasi l’80 per cento dei professionisti non inquadrati in Ordini o Collegi ha conseguito diplomi, abilitazioni o altri titoli aggiuntivi e diversi da quello di studio previsti per svolgere la propria attività. Significativa è anche la componente femminile: a esercitare sono per il 40,2 per cento donne, contro il 59,8 per cento di uomini. Quanto all’età, la media di questi professionisti ha 46 anni, con il quattro per cento tra i 19 e i 25 anni, il 20,7 per cento tra i 25 e i 35 anni, il 24,2 per cento tra i 35 e i 45 anni. Più giovani mediamente i professionisti che offrono servizi per la salute, meno quanti propongono servizi alle imprese.

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