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Venerdì, 19 Aprile 2024

L'arcivescovo Riccardo Fontana apre la cattedrale: "Coraggio Arezzo, si avvia una nuova pagina"

Porte aperte ai fedeli per la prima messa dopo le settimane di lockdown che hanno caratterizzato la prima fase dell'emergenza Covid-19

Dopo mesi di benedizioni impartite tramite diretta Facebook oggi i fedeli hanno potuto partecipare alla messa. La prima celebrazione post lockdown è quella che si è svolta alle 10.30 di questa mattina, 18 maggio, all'interno della cattedrale. L'arcivescovo Riccado Fontana ha idealmente riabbracciato la propria comunità riaprendo al culto la chiesa dei santi Pietro e Donato, cuore spirituale della collettività aretina. Una funzione piuttosto partecipata e alla quale ha preso parte anche il primo cittadino di di Arezzo, Alessandro Ghinelli.

Durante la celebrazione i presenti hanno dovuto rispettare le regole di distanziamento sociale, indossare mascherine e dispositivi di protezione personale. Un momento importante per i credenti che hanno potuto non solo pregare insieme ma, anche, ricevere la comunione dopo lunghe settimane di attesa. Come disposto dalle direttive contenute nel protocollo firmato tra Governo e Conferenza Episcopale Italiana (Cei), per la consegna dell'ostia benedetta nelle mani dei fedeli non è stato richiesto al vescovo di indossare guanti e mascherina. 

"Vi ho chiamato presso l’Arca di San Donato in questo primo giorno in cui è consentito adunare il popolo di Dio - ha sottolineato Fontana nell'omelia - per celebrare insieme la Messa dopo quasi tre mesi. Abbiamo dato esempio di obbedienza, nella ricerca del bene comune e nella prevenzione della pericolosa epidemia. Si avvia, in qualche modo, una nuova pagina della storia anche di questa chiesa aretina. Non basta riaprire le chiese, riattivare il culto con la santa assemblea, riprendere i ritmi consueti in ogni parrocchia della Diocesi. Dopo il virus, la crisi economica. Cos’è che fa superare le prove? L’uomo regge, se ha uno spessore interiore, se mette i rapporti affettivi tra i tesori preziosi da preservare ad ogni costo, se pretende dai politici di non dimenticare il bene comune, l’eguaglianza e la pari dignità di tutti i membri del genere umano, il valore inequivocabile della libertà. Questa è la civiltà cristiana. Imitare Gesù, per i cristiani del nostro tempo, significa anzitutto non essere pavidi. Certamente troveremo difficoltà, forse anche qualche sofferenza, ma niente potrà fermare l’opera di Dio. Sta scritto: non prevalebunt. Negli atti degli Apostoli, anche nei momenti di apparente sconfitta, Luca annota che un numero crescente di persone si aggregano agli amici di Gesù. Mi piace ricordare che nella chiesa di San Donato, se vuoi essere santo come il patrono, giova tenere a mente che abbiamo tutti fatto dono di noi stessi a Dio e al prossimo, al prossimo per amore di Dio. Coraggio dunque. Tutto forse ci potrà mancare, fuorché l’aiuto del Signore".

Riaprono le chiese, la prima messa in cattedrale

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