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Rivolta contro l'asfaltatura in Pratomagno: "L'ululone rischia di estinguersi"

Presentata una relazione alla Regione Toscana che ha in programma una serie di lavori nei pressi del crinale

L'ululone appenninico è a rischio. E questo animale è diventato il simbolo della protesta che sta coinvolgendo una porzione di particolare pregio naturalistico della provincia di Arezzo come il Pratomagno. Del piccolo anfibio è stata accertata la presenza in zona: è a rischio estinzione e, secondo gli esperti, verrebbe fortemente minacciato dall'intervento.

Cos'è l'ululone appenninico

Il Pratomagno è una delle ultime riserve di questo animale, lungo pochi centimetri (5 al massimo) e che prende il nome dal canto emesso in periodo riproduttivo. La sua colorazione dorsale (foto sotto) è mimetica, mentre la parte ventrale (Foto copertina) ha colori molto accesi per scoraggiare i predatori. Emette anche sostanze irritanti per difesa. L'ululone è specie iconica e di rilievo globale (è nella lista rossa della Iucn, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ma non è l'unica rara o di rilievo comunitario della zona: in Pratomagno ci sono martore, gatti selvatici, lupi, picchi neri, aquile reali, rampichini alpestri, pivieri tortolini e altri uccelli rari delle praterie sommitali. Senza contare gli habitat naturali, con fiori e piante compresi nel sito europeo Natura 2000.

Ululone Appenninico-3

I lavori in quota

I lavori, annunciati nei mesi scorsi dalla Regione Toscana, riguardano alcune strade in quota, per complessivi 1,8 milioni di euro. L'opera è volta a riqualificare la strada del Pratomagno, nel tratto che attraversa i Comuni di Loro Ciuffenna, Castel San Niccolò e Montemignaio. In particolare, l’intervento - e qui sta il motivo della contestazione - prevede il completamento dell’asfaltatura della panoramica.

La protesta

Portavoce della protesta è Gianluca Serra, biologo conservazionista impegnato in numerosi progetti internazionali. "Conosco bene il Pratomagno - spiega - e sono particolarmente affezionato alla zona: qui ho trascorso parte della mia l'infanzia e torno quando posso", spiega al telefono, mentre si trova all'estero per lavoro. E a proposito del progetto, attacca: "Si tratta di un'assurdità: asfaltare 12 km che collegano il rifiugio Secchieta alla Croce del Pratomagno va contro i piani paesaggistici e di gestione delle aree naturalistiche sviluppati dalla stessa Regione. La strada costeggia il confine di 2 Zcs (Zona speciale di conservazione), di cui una anche Zps (Zona di protezione speciale), ci sono specie animali e habitat tutelati che rischiano seriamente di essere compromessi dal carico antropico che porterà la strada. Già in vetta ci sono torme di visitatori, con il nuovo asfalto la situazione diventerà fuori controllo. Più persone e poi auto, moto. Un ecosistema fragile non può sostenere un impatto turistico eccessivo, la qualità stessa dell'esperienza turistica si deteriora".

Crinale del Pratomagno - Foto di Gianluca Serra-2

Associazioni ed esperti contro

Serra, assieme ad associazioni (come Legambiente Toscana, Wwf Arezzo, Italia Nostra Firenze e altre) ed esperti (circa una trentina), ha deciso di inviare una dettagliata relazione di 25 pagine alla Regione Toscana dal titolo: "Opposizione al progetto di asfaltatura della strada di crinale del Pratomagno". "Al momento non ci hanno risposto, ma siamo pronti a dare battaglia", spiega.

L'impatto del turismo

E aggiunge: "Tra l'altro la Regione latita, dà il consenso a questi interventi senza una valutazione di impatto ambientale adeguata. Ma ci sono studi su studi che dimostrano quale siano le conseguenze su flora e fauna del turismo in ambienti incontaminati. L'ululone appenninico è già scomparso dal Casentino: c'è un costoso progetto per la reintroduzione. E sta sparendo ovunque. Il Pratomagno è una delle ultime riserve di questo piccolo anfibio. E dire che la Regione è ben consapevole del valore naturalistico e paesaggistico del Pratomagno, altrimenti non avrebbe senso aver recentemente candidato la zona al Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa 2022/2023. Ma questo paesaggio è già stato ferito da ripetitori e pale eoliche in passato. E adesso c'è questo nuovo progetto di asfaltatura a minacciare l'ambiente. Bisogna fermarlo".

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