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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Meno povertà educativa, più servizi all’infanzia

Il progetto “Con i bambini dell’Italia di mezzo” promosso dall’Impresa Sociale “Con i Bambini” in collaborazione con la cooperazione sociale. Stamani riunione del Coordinamento in Koinè ad Arezzo

Nel 2005 i minorenni in povertà assoluta in Italia erano il 3,9%. In soli 10 anni questa percentuale è triplicata e supera oggi il 12%. Questa cifra è contenuta nel Secondo Rapporto sulla povertà educativa minorile curato dall’Impresa Sociale Con I Bambini e Openpolis, che con questo suo secondo rapporto ha focalizzato l’attenzione sulla presenza e accessibilità dei servizi per i minori in Italia.

Un rapporto ma anche un progetto, "Con i bambini nell'Italia di mezzo", sostenuto da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che intende essere una concreta risposta e che si sta sviluppando in tre regioni: Toscana, Umbria e Marche. 4 azioni per 1 obiettivo: rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso alle opportunità educative che sono particolarmente consistenti e numerose nelle aree interne, montane e rurali. Ostacoli che finiscono per impedire il pieno sviluppo della persona umana e delle comunità locali.

Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile - ricorda Con i Bambini. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org

Sono stati individuate 4 azioni progettuali. In primo luogo sperimentare e attivare servizi socio educativi per la prima infanzia (0 - 3 anni) caratterizzati dalla piccola dimensione e perciò aderenti alla domanda potenziale esistente nei piccoli comuni. La seconda azione è la creazione di servizi socio educativi ancora per la prima infanzia (0-3) ma integrati con le scuole dell’infanzia (4 – 6 anni). Terza azione: reti territoriale abilitative-riabilitative. Quarta azione: innovative attività integrative ed extra scolastiche nella scuola dell’infanzia.

 “Le logiche delle economie di scala hanno progressivamente concentrato i servizi sanitari e scolastici a fondovalle se non addirittura nei capoluoghi di provincia – commenta Paolo Peruzzi, Direttore generale di Koinè. In questo modo sono state penalizzate le popolazioni che vivono nei contesti dell’”Italia dell’osso” generando pesanti condizioni di svantaggio. In particolare, la mancanza di adeguati servizi per la prima infanzia contribuisce a ridurre la natalità, spinge le giovani coppie con figli a spostarsi nelle aree urbane dotate di maggiori servizi e disincentiva la partecipazione femminile al mercato del lavoro”.

L'attuazione del progetto vede capofila la cooperativa sociale Koinè di Arezzo e partner le cooperative sociali L’albero e La Rua, Il Quadrifoglio, A.S.A.D., Il Cerchio, Cipss, La Macina, Mosaico nonché il Centro Nascita Montessori. Soggetti valutatori sono EURICSE e LAMA Development and Cooperation Agency. I partner del progetto si sono ritrovati stamani ad Arezzo, nella sede della cooperativa Koinè. I prossimi passi saranno riunioni territoriali con le istituzioni e le comunità locali. Gli incontri si terranno in Casentino, Valtiberina e Valdichiana Senese.

"Il percorso attivato nei nostri territori - sottolinea l’Unione dei Comuni Montani del Casentinosi è focalizzato in questa prima fase nel rafforzamento dei servizi socio educativi per la prima infanzia (0 - 3 anni). Nel territorio Casentinese i servizi educativi per i bambini 0-3 anni, gli asili nidi, sono una risorsa educativa unica per  territori periferici e ultraperiferici, servizi di piccoli dimensioni che possono presentare problemi per la loro  sostenibilità a fronte di piccoli numeri di utenza. Il progetto ha già realizzato un obiettivo importante, grazie all’attivazione di una seconda sezione dell’Asilo nido di Castel san Niccolò, in tal modo ampliando l’offerta ai bambini e alle loro famiglie".

Perché Toscana, Umbria e Marche? Queste regioni sono caratterizzate dall'elevata presenza di aree montane con processi di spopolamento tali da aver indotto lo Stato a varare una strategia di contrasto e una serie di progetti centrati su salute, scuola e trasporti.

Le aree interne dell’Italia di mezzo sono ambiti in cui lo svantaggio territoriale si evidenzia anche in una pesante carenza di opportunità socio educative e di servizi integrativi e nell’assenza di servizi abilitativi e riabilitativi rivolti alla prima infanzia accessibili. La somma di questi fattori produce difficoltà peculiari che hanno già condizionato negativamente le opzioni di fertilità, la natalità, gli equilibri delle famiglie e delle comunità locali generando le "fughe" delle coppie più giovani e, quindi, i pesanti processi di spopolamento.

La mancata partecipazione all’esperienza del nido e della scuola dell’infanzia è destinata a condizionare la capacità di socializzazione, di apprendimento, di sviluppo di relazioni consapevoli con i processi sociali in cui si è inseriti. Analogo effetto negativo deriva dall'assenza di servizi qualificati e accessibili di tipo abilitativo e supporto all’apprendimento rivolti ai bambini diversamente abili e, in particolare, ai bambini con problematiche di disabilità intellettiva dello spettro autistico.

Quando la cooperativa L’Albero e La Rua, nel gennaio 2019, ha proposto un progetto di servizi aggiuntivi per il nido comunale “Il Trenino”,  da realizzare con i fondi provenienti da un finanziamento ottenuto da “Con i bambini impresa sociale” si è proceduto a sondare le istanze ed i bisogni espressi dai genitori, e in collaborazione con il personale educativo del Comune si è giunti a questa proposta – ricorda Elisabetta Borghesi, Responsabile Area Cultura e Sociale del Comune di Anghiari. Prolungamento pomeridiano dell’orario di apertura fino alle 17.30 dal lunedì al venerdì a decorrere dal febbraio 2019 e fino alla chiusura dell’anno scolastico 2018/2019;  apertura nei sabati mattina, al fine di co-costruire momenti di incontro per genitori  e bambini, finalizzati allo sviluppo di una sinergia educativa e di una alleanza educativa che coinvolga genitori e educatori, a decorrere dal febbraio 2019 e fino alla chiusura dell’anno scolastico 2018/2019;  implementazione del servizio nelle giornate di festività e sospensione scolastica nell’anno 2019 in relazione alle necessità e fino a giugno 2019. La realizzazione del progetto ha permesso e permetterà ai genitori di poter usufruire di un servizio più ampio e maggiormente rispondente alle loro esigenze legate all’orario di lavoro”.

Fondamentali, in questo progetto, sono il coinvolgimento attivo dei genitori e le azioni a supporto della genitorialità, sia mediante attività mirate a superare i pesantissimi gap nell’offerta di servizi sanitari e specialistici (consultori di supporto alla maternità, pediatri di libera scelta, ambulatori e servizi abilitativi-riabilitativi per bambini con bisogni speciali ) sia mediante la promozione della nascita di reti informali e formali di genitori che agiscano, nei territori, per incrementare l'effettiva capacità delle comunità locali di essere educanti. Le 4 azioni hanno come peculiarità l’obiettivo di rendere centrale e protagonista la comunità educante affinché nessuno sia obbligato a trasferirsi in aree urbane per accedere a servizi educativi oppure a spostarsi quotidianamente per l’accesso ai servizi.

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