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Ponte Ipazia il super attenzionato. Cardinali ne seguì la ricostruzione nell'83, dal Comune progetto alla Regione

Il ponte Ipazia in Valdarno al centro delle attenzioni, dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova. Sembra quello che più ha bisogno di interventi urgenti. A sottolinearlo in più occasioni, sulla stampa e sul suo profilo social è l'ingegnere...

Il ponte Ipazia in Valdarno al centro delle attenzioni, dopo il crollo del viadotto Morandi a Genova. Sembra quello che più ha bisogno di interventi urgenti. A sottolinearlo in più occasioni, sulla stampa e sul suo profilo social è l'ingegnere Giovanni Cardinali che lo conosce bene. Da dirigente capo della Provincia di Arezzo ne seguì passo passo la ricostruzione del 1983.

"Nella mia storia professionale è scritto, racconta Cardinali, che a suo tempo, decisi di chiudere due ponti di attraversamento dell’Arno fra i più transitati della provincia di Arezzo: 1983 ponte Ipazia sull’Arno, principale collegamento fra l’A1 e San Giovanni Valdarno; 1996 ponte di Terranuova, collegamento fra Montevarchi e il polo della moda con il casello autostradale. In alternativa furono predisposte opere provvisorie: ponte di barche e guado sommergibile su prefabbricati tubolari (vedasi foto). I miei amministratori, inizialmente perplessi, non esitarono poi a convalidare le mie scelte con il finanziamento delle opere."

Il ponte adesso avrebbe bisogno di interventi importanti perché è impoverito, in alcuni punti corroso e degradato. Per evitare allarmismi ed avere certezza delle sue condizioni attuali, l'amministrazione comunale di San Giovanni Valdarno ha predisposto immediate verifiche:

"Il ponte è già stato attenzionato da parte dell’Amministrazione, tanto che è stato predisposto un progetto che sarà presentato alla Regione Toscana, utile per la manutenzione straordinaria delle pile di tenuta, così come non esiteremo a predisporre i necessari interventi se riscontreremo ulteriori criticità al momento non manifestatesi dai controlli ordinari. Per una infrastruttura così importante per tutto il Valdarno, siamo certi, troveremo la massima disponibilità tecnica ed economica di tutti gli Enti sovraordinati, come la Regione e lo Stato”.

Il dibattito politico

Il ponte Ipazia e la sicurezza di altre infrastrutture saranno sicuramente al centro delle interrogazioni nel prossimo consiglio comunale di San Giovanni. Già pronte quelle di Crescere San Giovanni che afferma tra l'altro che i lavori “potrebbero rientrare nelle altre opere di compensazione da noi già richieste a gran voce e a più riprese alla società Autostrade e al Ministero Infrastrutture per il passaggio nel nostro territorio della terza corsia autostradale. Vedremo se almeno questa volta – concludono – l’amministrazione comunale e la sua maggioranza Pd accoglieranno la nostra proposta”.

L'altra interrogazione è del Movimento Cinque Stelle con il capogruppo Tommaso Pierazzi: “In questi giorni abbiamo letto diverse dichiarazioni che rischiano di fare confusione e procurare allarmismi infondati se non avallati da perizie tecniche. Quello che ci interessa come Movimento 5 Stelle è sapere su quali studi si basavano le parole pronunciate nel 2017 dall’amministrazione Pd sulla necessità di intraprendere un percorso di manutenzione del Ponte Ipazia." Chiediamo alla giunta l’esito dell’incontro con la Regione Toscana e sapere se questa finanzierà in parte o totalmente il progetto dal costo di 2milioni di euro. Sempre nell’interrogazione chiederemo di conoscere la relazione sul reale stato in cui versa il ponte Ipazia e l’eventuale piano di intervento se già definito. Infine chiederemo le perizie per tutti gli immobili di proprietà dell’ente stesso in modo da informare in modo preciso i sangiovannesi. Nel frattempo ci attiveremo tramite i ìnostri rappresentanti in parlamento nel qual caso ce ne fosse bisogno per sbloccare interventi diretti da parte del Ministero delle infrastrutture.

Seppur con i dovuti distinguo, non manca il parallelismo con il ponte Morandi, con le relazioni tecniche presenti già prima del crollo, con le indagini che dovranno rispondere a quesiti fondamentali sulle responsabilità del disastro, sulla possibile sottovalutazione del rischio. Una domanda che in questi giorni continua a porsi lo stesso ingegner Cardinali:

"Adesso, leggendo i rapporti tecnici prima del crollo del Ponte Morandi, premesso che con il senno di poi tutti diventano più bravi (me compreso) mi domando: come è possibile, constatando la progressiva riduzione della sezione metallica del tirante 9, che nessuno dei componenti della commissione di esame di questi rapporti (due dei quali anche nella commissione di indagine istituita dal ministro) e i super tecnici di Autostrade e del Politecnico di Milano, non si siano posti il problema della chiusura immediata del viadotto sul Polcevera?"
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